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Come è nato Cowabunga, il leitmotiv di Michelangelo?

Una parola, molteplici origini. Cowabunga, termine reso famoso dalle Tartarughe Ninja, nasconde dietro di sé una storia che affonda le radici in decenni passati ma soprattutto nella cultura surfistica e programmi TV per bambini degli anni ’50 negli Stati Uniti. Tuttavia, pochi sanno della sua origine ma soprattutto in meno ancora sono consapevoli del fatto che non nasce con il cartone animato.

Una delle frasi più iconiche della cultura pop: Cowabunga, simbolo di esaltazione e entusiasmo

Il viaggio di “cowabunga” inizia in un luogo e tempo inaspettati. Anni ’50, un personaggio secondario, Chief Thunderthud, di un programma per bambini chiamato “Howdy Doody“, fu il primo a pronunciare quella che sarebbe diventata una delle espressioni più iconiche del mondo pop. Creata da Edward Kean e inizialmente concepita come “kowabonga”, questa parola esprimeva stupore o irritazione, parte di un linguaggio inventato per il capo di una tribù, i cui membri usavano le parole inglesi al contrario.

Questo termine, tuttavia, non rimase confinato tra le mura degli studi televisivi. Negli anni ’60, i surfisti della California del Sud lo adottarono, trasformandolo in un grido di esaltazione e anticipazione per le emozioni uniche che solo cavalcare un’onda può offrire. Da semplice espressione a simbolo della cultura surf, “cowabunga” iniziò a rappresentare uno spirito di avventura e libertà.

La vera svolta arrivò nel 1987, con l’adattamento delle Tartarughe Ninja in serie animata. Il personaggio di Michelangelo, identificato con lo stile di vita da surfista e skater, trovò in “cowabunga” il suo grido di battaglia. Questa scelta fu dettata dalla passione per il surf di David Wise, uno degli sceneggiatori, e dal ricordo di un fumetto dei Peanuts in cui Snoopy lanciava la stessa esclamazione. La frase colpì così tanto gli animatori da diventare il leitmotiv della tartaruga con la fascia arancione, diffondendosi attraverso film, videogiochi e persino un discutibile pezzo rap, finendo per incarnare lo spirito spensierato e avventuroso delle Tartarughe Ninja.

Con l’evoluzione della cultura pop e l’introduzione di nuovi media, “cowabunga” ha conosciuto alti e bassi. La serie Nickelodeon del 2012 sostituì temporaneamente il celebre grido con “booyakasha, per poi riportarlo in auge grazie a nuovi sviluppi narrativi. Nonostante le variazioni, la parola ha mantenuto il suo fascino, diventando un simbolo trasversale di entusiasmo e audacia, tanto che persino il reboot cinematografico del 2023 l’ha riservata per un momento chiave, dimostrando la sua persistente rilevanza nel linguaggio della cultura pop.

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Gianluca Cobucci

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