Nella giornata di domani sono previste temperature torride. In serata precipitazioni di ferro fuso a bassa quota. Con grande probabilità, queste sarebbero le ordinarie previsioni del tempo che ascolteremmo in tv, se ci informassero del meteo di Wasp-76b. Si tratta di un pianeta scoperto nel 2013, e che è stato oggetto di recenti studi da parte di un gruppo di ricercatori con a capo David Ehrenreich, dell’Università di Ginevra.
2400 gradi celsius la temperatura massima
Wasp-76b è un pianeta distante dalla Terra 390 anni luce, e si trova nella costellazione dei Pesci. È grande quasi quanto Giove e ruota molto vicino ad una stella che ha una massa pari al doppio di quella del Sole. Questa distanza minima fa sì che sulla superficie del corpo celeste si registrano delle temperature impensabili: ben 2400 gradi. Si tratta quindi di un pianeta gassoso, che rientra nella categoria dei cosiddetti gioviani caldi. La vicinanza alla stella fa si che Wasp-76b impieghi pochissimo tempo per completare l’orbita attorno ad essa, appena 48 ore (lo stesso tempo che impiega a ruotare su se stesso).
Un pianeta diviso in due
Il team di ricercatori si è avvalso dello spettrografo Espresso, montato sul Vlt (Very Large Telescope) dell’Osservatorio Europeo Meridionale, in Cile, per studiare la composizione del pianeta. Il calore è tale da far evaporare perfino i metalli, scindendo le stesse molecole. Il pianeta presenta però una particolarità, che lo accomuna alla Luna: volge sempre la stessa faccia alla sua stella, perché ha una rotazione sincrona. Questo fa si che solo sulla superficie del lato esposto direttamente al calore, dove “è sempre giorno”, si raggiunga la temperatura di 2400 gradi.
Sulla parte opposta, costantemente al buio, si registrano “appena” 1500 gradi. Questa enorme differenza fa si che sul pianeta si generino venti fortissimi, che trasportano materiali da un emisfero all’altro, ferro compreso. Questo, in forma gassosa nell’emisfero diurno, quando viene trasportato nel lato notturno, si condensa per via del cambio di temperatura, e si tramute in gocce. Che formano una pioggia di ferro. Un altro mondo, prima forse inimmaginabile, almeno prima di questa ricerca. Un risultato straordinario, che rappresenta un ulteriore piccolo passo dell’uomo nella conoscenza dell’Universo.