Vini spumanti: è l’Italia a guidare la classifica dell’export

I consumi sono cambiati e lo stesso si può dire delle preferenze dei consumatori. Attualmente, nell’ambito del settore vinicolo, i vini bianchi e soprattutto gli spumanti sono diventati protagonisti di aperitivi e di pasti in generale, conquistando in particolare le nuove generazioni. Non si tratta soltanto di una questione di trend, perché i dati mostrano chiaramente come gli spumanti stiano trainando sempre di più l’esportazione vinicola italiana.

Il ruolo dello spumante nelle esportazioni italiane

L’Italia si conferma leader nell’export di vini spumanti, grazie non solo alla qualità dei prodotti come Prosecco, Franciacorta e Asti, ma anche alle numerose manifestazioni che consentono di far conoscere le etichette italiane a livello internazionale. Eventi come il Vinitaly e il ProWein sono fondamentali per creare occasioni di incontro tra produttori e distributori, facilitando collaborazioni che portano i vini italiani su nuove tavole in tutto il mondo. Queste rassegne – sulle quali è possibile tenersi aggiornati attraverso il portale winemeridian.com nella sezione dedicata a wine export ed eventi – non solo promuovono il prodotto, ma creano relazioni di fiducia che favoriscono la diffusione e l’apprezzamento dei vini italiani all’estero, rafforzando la presenza del made in Italy sui mercati internazionali.

Tra il mese di gennaio e quello di aprile del 2024, le esportazioni degli spumanti italiani hanno raggiunto circa 684 milioni di euro, con un aumento dell’11,2% rispetto allo stesso periodo preso in considerazione nell’anno precedente. Anche per ciò che riguarda il volume, l’aumento è notevole. Si parla di più di 160,6 milioni di litri, con un incremento del 14,3%.

In particolare, è il Prosecco ad avere un ruolo importante, perché copre un quinto delle esportazioni di vino italiano grazie ad un valore di 519 milioni di euro. Questo dimostra quanto le bollicine del nostro Paese siano ormai diventate una colonna portante dell’intero settore, con una crescita delle importazioni superiore rispetto ad altre categorie di vino.

Gli Stati Uniti e il grande interesse verso gli spumanti biologici

Gli Stati Uniti si confermano come il mercato di riferimento per quanto riguarda l’esportazione degli spumanti del nostro Paese. Il valore delle esportazioni è pari a 170,2 milioni di euro, se si prendono in considerazione i primi mesi del 2024. L’incremento, in questo caso, è stato di una percentuale corrispondente al 3,9%.

Particolarmente apprezzati, secondo le ultime informazioni su questo argomento, sono gli spumanti biologici. Secondo i dati riferiti dal Bureau of Census degli Stati Uniti, l’Italia è il principale esportatore di spumanti biologici, con valori che arrivano a 2,37 milioni di dollari e con più di 334.000 litri che sono stati venduti solo nel corso del 2023.

Altri Paesi, come la Spagna e la Francia, seguono l’Italia in questa particolare classifica, con la Francia che spicca per il valore più elevato al litro. Il primato di quantità dell’Italia è indiscusso, anche se alcuni Paesi, come l’Austria e la Slovenia, offrono un prezzo al litro più elevato.

Il mercato internazionale degli spumanti

Il mercato internazionale degli spumanti non è limitato agli Stati Uniti. Paesi come la Spagna e la Francia continuano ad avere un ruolo importante, ma la differenza con i numeri dell’Italia rimane evidente. Nel 2023, la Spagna ha esportato circa 116.000 litri di spumanti biologici, mentre la Francia si è fermata a 85.000 litri, anche se quest’ultimo Paese ha registrato un valore per litri quasi doppio rispetto a quello ottenuto dalle esportazioni italiane.

In termini di valore al litro di vino, l’Austria e la Slovenia superano la Francia, con prezzi che arrivano rispettivamente a 16,53 dollari e a 15,49 dollari per litro, valori che dimostrano la qualità percepita dei loro prodotti. Ma questo non si traduce poi in una leadership sul piano della quantità, nel quale il nostro Paese continua ad avere un ruolo determinante grazie alla capacità di abbinare il prezzo competitivo e l’ampia diffusione.

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Dave

Atipico consumatore di cinema commerciale, adora tutto quello che odora di pop-corn appena saltati e provoca ardore emotivo. Ha pianto durante il finale di Endgame e riso per quello di Titanic. Sostiene di non aver bisogno di uno psichiatra, sua madre lo ha fatto controllare.
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