Avete presente il film Trascendence con Johnny Depp? In breve: un uomo raggiunge l’immortalità (tra le altre cose) entrando fisicamente nell’etere. Una figata vero? Ma se fosse possibile raggiungere uno status ancora più “in alto” della vita eterna? È quanto Ray Kurzweil, ex ingegnere di Google e noto autore di libri sulla nanotecnologia e l’intelligenza artificiale (qui 5 film che vi consigliamo a riguardo), ha espresso. Entro pochi anni raggiungeremo infatti la “singolarità“.
Sarà possibile sfuggire alla morte? Un ex ingegnere di Google dice di sì e preannuncia qualcosa di più sofisticato
Un’opinione bizzarra la sua, che potrebbe suonare come tratta da un film di fantascienza: l’umanità potrebbe raggiungere l’immortalità entro il 2030. Kurzweil, riconosciuto per la sua alta percentuale di previsioni avverate, si spinge oltre, indicando il 2045 come l’anno della “singolarità”, ovvero il momento in cui l’intelligenza artificiale sorpasserà quella umana.
La “singolarità” è un termine usato da Kurzweil per descrivere un futuro in cui le macchine supereranno l’intelligenza umana un po’ come in Matrix, cambiando radicalmente le basi della nostra evoluzione. Secondo Kurzweil, quest’evento si verificherà nel 2045, mentre già nel 2029 l’intelligenza artificiale dimostrerò capacità di pensiero paragonabili a quelle umane.
Il concetto di singolarità include la visione di nanobots capaci di infiltrarsi nel corpo umano per riparare e mantenere le cellule giovani e sane, potenzialmente ritardando o invertendo il processo di invecchiamento. Kurzweil immagina questi piccoli robot come strumenti per migliorare il sistema immunitario, fornendo nuove difese contro malattie come il cancro.
Anche se la singolarità sembra ancora un concetto futuristico, alcuni progressi reali stanno già preparando il terreno per simili innovazioni. Aziende come Neuralink hanno fatto importanti passi avanti negli impianti cerebrali basati su intelligenza artificiale, permettendo già oggi a certi pazienti di controllare dispositivi mediante il pensiero.
Invece di temere un futuro dominato dall’AI e dalle macchine, Kurzweil prevede una fusione positiva tra umani e tecnologia, migliorando le nostre capacità naturali attraverso l’integrazione di sistemi avanzati. Questa visione apre un dibattito su quanto la tecnologia possa davvero andare a beneficio dell’umanità, potenziando le nostre capacità fisiche e mentali oltre i limiti naturali.