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Il rumore del silenzio: la protesta di Ultimo concerto

Una protesta amara, quella che si è svolta lo scorso sabato. La voce dei 130 live club italiani che avevano aderito alla manifestazione Ultimo Concerto, è stata quella del silenzio.

Vi avevamo parlato di un maxi evento musicale chiamato “Ultimo concerto”. Moltissimi i locali italiani che avevano aderito, ognuno dei quali avrebbe dovuto trasmettere un concerto live sabato sera alle ore 21.00. Sarebbe stato come un grande gemellaggio. Qualche ora prima dell’evento, i club avevano persino invitato i fan a non presentarsi fisicamente, invitando al rispetto delle norme del distanziamento sociale. I concerti sarebbero avvenuti a porte chiuse, ed ognuno avrebbe potuto guardarli comodamente e gratuitamente da casa. Tutto perfetto, quindi.

Il rumore del silenzio: la protesta di Ultimo concerto

Cosa è successo davvero

Sorpresa: l’unico rumore che abbiamo ascoltato sabato sera, è stato quello del silenzio. Poco dopo le 21.00, molti artisti hanno pubblicato dei post dove spiegavano che non ci sarebbe stato alcun concerto. Questo ha suscitato una fortissima amarezza in coloro che stavano aspettando di ascoltare un po’ di musica, e continuavano imperterriti a ricaricare la pagina del loro live club preferito.

Mossa apparentemente scorretta, ma dal forte valore simbolico.

Tante sono le band e i musicisti che hanno aderito a questa iniziativa, nata da quei locali che sono i luoghi dove tutti noi e tutti voi ci si vede quando c’è un concerto a cui si partecipa. La situazione sta per diventare drammatica: molti di quei locali non ce la possono fare a continuare a sostenere i costi degli affitti o della proprietà in assenza di lavoro. E se non ce la faranno i concerti subiranno contraccolpi a loro volta mortali. Oltre dunque a chiedervi la comprensione per questa innocua fake del concerto in streaming, vi invitiamo a tenere alto il livello di guardia, continuando a non dimenticarvi che la musica che tanto vi e ci piace sta subendo danni che potrebbero risultare irreparabili. Anche una empatia partecipata e costante potrà quantomeno servire a non lasciar prevalere una sfiducia definitiva: se la musica e i concerti vi mancano per davvero, non dimenticatevi mai di questa situazione al limite, e tenetene sempre vivo e insopprimibile il desiderio.

Queste le parole comparse sulle pagine Facebook dei tanti artisti che avrebbero dovuto prendere parte alle live.

Una mossa tra la provocazione e la denuncia. A pochi giorni dall’inizio del Festival di Sanremo, e ad un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, conosciamo bene la condizione di tantissime lavoratrici e lavoratori dello spettacolo. Ci auguriamo che questa protesta, che ha colpito in modo simbolico gli utenti, non passi inosservata a coloro verso i quali è realmente rivolta.

Il rumore del silenzio: la protesta di Ultimo concerto

La (non) manifestazione si è conclusa con un appello a tutti a rimanere vigili ed attenti, a vivere con empatia e comprensione questo momento storico complesso. L’ultimo concerto, c’è stato già per molti. Speriamo da ora in poi di sentir parlare del prossimo concerto.

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Giulia Faggioli

Aligiu: 50% romanticismo, 50% baggianate. Ci sono poche cose da sapere su di me: amo il caffè, i gatti, i libri e gli anni Ottanta. Il mio cuore è verde come l’Irlanda, e nero come la canzone dei Punkreas. Per essere miei amici, rispettate queste semplici regole: la mattina non si parla prima di un’ora dal risveglio, e soprattutto, non fate mai spoiler!
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