Per anni, milioni di giocatori di Pokémon Go hanno camminato per le strade (con effetti sicuramente positivi), catturando creature virtuali. Ma c’è di più: ogni passo e scansione effettuata ha contribuito a un progetto ambizioso. Niantic, la società dietro al gioco, ha sfruttato i dati degli utenti per addestrare un modello di intelligenza artificiale capace di comprendere e navigare il mondo fisico (qui maggiori informazioni: https://nianticlabs.com/news/largegeospatialmodel). E se vi sembra una cosa buona, sappiate che vi sbagliate.
Niantic e la costruzione di un modello AI globale a cui hai partecipato inconsapevolmente
Niantic, l’azienda dietro la creazione del famosissimo gioco mobile, ha annunciato che i dati raccolti attraverso le sue app di realtà aumentata (AR) sono stati utilizzati per creare un Large Geospatial Model (LGM), un avanzato modello di intelligenza artificiale progettato per comprendere e interagire con il mondo fisico.
Ora, prima di vedere cosa è e perché lo ha fatto, mi sento di consigliarvi la lettura di un nostro articolo che parla di ciò che sbagliamo quando parliamo di intelligenza artificiale.
Grazie a oltre 10 milioni di scansioni di luoghi e circa 1 milione di nuove aggiunte settimanali da parte degli utenti, Niantic ha addestrato circa 50 milioni di reti neurali locali a funzionare in più di un milione di località nel mondo.
Queste reti si integrano in un modello globale, consentendo una “comprensione condivisa” dei luoghi e la capacità di immaginare come potrebbero apparire aree ancora non scansionate.
Secondo Eric Brachmann e Victor Adrian Prisacariu, scienziati di Niantic, questo sistema potrebbe avere applicazioni rivoluzionarie in campi come la robotica, gli occhiali AR e i sistemi autonomi. Ma non mancano le preoccupazioni. Anche qui: si tratta davvero di rivoluzione? Pensiamoci bene…
Pokémon e dati: cosa sta accadendo davvero
Il modello LGM di Niantic si basa su un sistema chiamato Visual Positioning System, capace di determinare la posizione di un oggetto o di un utente con precisione centimetrica utilizzando una semplice immagine della fotocamera dello smartphone.
In pratica, quando i giocatori di Pokémon Go esplorano il mondo per trovare i loro mostriciattoli, forniscono senza saperlo dati per mappare dettagliatamente il mondo fisico.
Proprio come i modelli linguistici, come ChatGPT, elaborano enormi quantità di testo per prevedere parole, l’LGM utilizza i dati geospaziali per capire come dovrebbero apparire edifici e spazi fisici. Questo permette alle macchine di “immaginare” luoghi mai visti prima o completare una scena mancante.
Ora, di per sé non è un problema lasciar fare questo lavoro a dei cervelli senza un corpo. Il punto è l’accesso ai dati di milioni di persone, tra cui posizione, foto, contatti e quant’altro. Una cosa che sempre di più tendiamo a considerare di poco valore ma che in realtà ne ha eccome.
Nonostante l’entusiasmo per le potenziali applicazioni di questa tecnologia, alcuni esperti esprimono dubbi. L’analista Elise Thomas ha sottolineato come questo tipo di AI potrebbe essere utilizzato per scopi meno nobili, come lo sviluppo di armi autonome. Questo timore è amplificato dal fatto che molte tecnologie avanzate nate per scopi civili vengono successivamente adattate per usi militari.
Tuttavia, la maggior parte dei giocatori di Pokémon Go sembra non essere particolarmente turbata. Per alcuni, l’idea che i loro dati contribuiscano a costruire tecnologie avanzate non rappresenta una violazione o un pericolo, bensì una semplice estensione dell’uso del gioco.