L’Islanda sta perdendo altro oltre ai ghiacci: la propria lingua

Da linguista, la cosa mi preoccupa molto. L’Islanda sta perdendo la propria lingua madre. Il Paese più bello del mondo (per chi ama il freddo) è di fronte a due crisi: non solo quella climatica ma anche quella linguistica. In un’era dominata dall’inglese e dall’influenza di internet, sembra proprio che il destino di alune lingue parlate solo in alcuni luoghi sia lo stesso: l’estinzione. Ma come è possibile?

Perché la lingua islandese sta sparendo del tutto? Ed è normale?

Forse è il ciclo della vita di una lingua che questa sparisca per l’inutilizzo. In effetti anche altre lingue in passato sono andate incontro allo stesso destino: l’akkadiano, una lingua semitica usata nell’antico Mesopotamia, rimpiazzata successivamente dall’aramaico; il copto, la lingua dell’antico Egitto, sostituita dall’arabo dopo la conquista islamica. Però tutto è successo in passato, quando noi neanche esistevamo. Sapere invece che un’estinzione di questa portata stia avvenendo nel momento in cui leggiamo…è disarmante.

L’Islanda, con la sua storia unica e la sua lingua quasi intatta dal Nordico Antico, sta affrontando una sfida moderna: la minorizzazione del suo idioma a favore dell’inglese, spinta dall’onnipresenza di internet. Questo fenomeno, noto appunto come minorizzazione (qui un interessante articolo: https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/7b37f105-51dd-11ee-9220-01aa75ed71a1 ), si manifesta quando una lingua minore si trova in competizione con un’altra più dominante. In Islanda, l’inglese sta guadagnando terreno, soprattutto tra i giovani, che si rivolgono a esso per navigare nel vasto mondo digitale.

cartelli stradali in islanda con nomi tipici islandesi

L’indipendenza dell’Islanda durante la Seconda Guerra Mondiale aveva rafforzato l’islandese come unica realtà linguistica del paese. Tuttavia, la digitalizzazione e l’ingresso nell’era di internet hanno portato a una nuova forma di diglossia, dove l’inglese diventa la lingua principale nel contesto digitale. Questo cambio è evidente nelle abitudini dei giovani islandesi, che utilizzano l’inglese per comunicare online, guardare serie su Netflix, seguire video su YouTube, e partecipare a discussioni sui social media. La vita digitale sta lentamente erodendo l’uso quotidiano dell’islandese.

È possibile invertire la rotta?

Il governo islandese ha riconosciuto questa sfida e ha intrapreso azioni per digitalizzare la lingua islandese. Il progetto include la creazione di una base di dati in islandese, accessibile agli sviluppatori di applicazioni e siti web. Tuttavia, il successo di queste iniziative è incerto, data la predominanza globale dell’inglese su internet. La situazione dell’islandese riflette un problema più ampio che coinvolge molte altre lingue minoritarie, a rischio di estinzione digitale.

Il caso dell’Islanda ci offre uno spaccato unico su come una lingua possa resistere o adattarsi in un’era di globalizzazione e interconnessione digitale. Mentre il paese lotta per mantenere viva la sua lingua, si pone una domanda più ampia: quale sarà il futuro delle lingue minoritarie in un mondo sempre più dominato dall’inglese?

Molti riflettono sul fatto che la tecnologia possa divenire la risoluzione. Ma è davvero così? Come visto, l’islanda vuole digitalizzare la lingua ma la tecnologia è un’arma a doppio taglio. Da un lato, l’omnipresenza dell’inglese nei media e nelle tecnologie digitali può ostacolare l’uso delle lingue minoritarie. Dall’altro, l’avanzamento nelle tecnologie di traduzione e nelle interfacce utente multilingue può facilitare l’uso di lingue minoritarie nel cyberspazio.

Leggi anche:
Un Vulcano in Islanda si da all’ASMR e il risultato è sorprendentemente piacevole
Miti e Curiosità sull’Islanda da conoscere prima di un viaggio
Astronauta della NASA scatta una foto dell’aurora assolutamente surreale

Gianluca Cobucci

"Se c’è in giro una cosa più importante del mio IO, dimmelo che le sparo subito"
Pulsante per tornare all'inizio