Ma voi sapevate come sono nati i mattoncini LEGO? Io no, e me lo sono chiesto mentre costruivo lo Starfighter N-1 di The Mandalorian, regalatomi anni fa da due cari amici per la laurea. La storia del marchio è molto curiosa ed è anche strappalacrime, a tratti. Tutto parte dal creatore storico danese Ole Kirk Christiansen e da una resilienza e voglia di riscatto che pochi possono vantare. Vi racconto la sua storia e quella dei famosi mattoncini.
Come sono nati i LEGO grazie alla voglia di sopravvivere di un comune falegname danese
Nato in Danimarca nel 1891, tredicesimo figlio di una umilissima famiglia di contadini, Ole Kirk Christiansen iniziò la sua carriera come falegname, costruendo case e mobili. Lavorava come manovale nella piccola azienda del fratello e sopravviveva così, molto umilmente. Nel 1932, Christiansen fondò insieme alla moglie una piccola azienda di giocattoli a Billund, in Danimarca. Inizialmente, la sua azienda si concentrava sulla produzione di giocattoli in legno che includevano modelli di automobili, aerei e animali. L’azienda iniziò con un approccio di alta qualità e artigianalità, riflettendo le abilità di Christiansen come falegname.
La sua vita professionale subì una svolta significativa a seguito della Grande Depressione degli anni ’30. La crisi economica colpì duramente il suo lavoro, costringendolo a cercare modi alternativi per sostenere la sua famiglia.
Successivamente, negli anni 40, un incendio distrugge tutto il suo operato: figuratevi, un incendio in un’azienda che produce oggetti di legno. Il colmo! Padre di 4 figli decide di rimettersi in piedi dimostrando resistenza e resilienza, ma qualche anno dopo la moglie morì e lo lasciò a crescere da solo i figli ancora piccoli.
Furono proprio loro la salvezza di Ole: guardandoli giocare si rese conto di un buco nel mercato e la scintilla nei suoi occhi si riaccende. A quel punto decise di produrre degli oggetti piccoli con cui i bambini potevano giocare. Inizialmente in legno, diventeranno i prototipi dei mattoncini LEGO che oggi conosciamo che (quasi tutti) abbiamo in casa. Il progetto era semplice: produrre cose che tutti potevano permettersi.
Cresciuto, uno dei suoi figli lo appoggiò e si unì a lui: il caro Godtfred. Un impresario del tempo si incuriosì non poco e gli ordinò un grosso quantitativo di questi mattoncini da vendere in città. Purtroppo però, a causa della crisi, il venditore fallì e lui si trovò non solo con un quantitativo immenso di mattoncini invenduti, ma anche impossibilitato a venderli date le scarse capacità come venditore. Non si perse d’animo anche qui: andò in città e cercò di darli via anche barattandoli con altre cose.
In poco tempo la sua fama si diffonde e capisce di aver bisogno di un nome: LEG + GODT, ovvero “gioca bene”. I due nomi, come leggerete, sono quello che precede il nome LEGO. Questo ethos si rifletteva nel desiderio di Christiansen di creare giocattoli che fossero sia educativi che divertenti.
Nel 1946 Ole va a una fiera tecnologica e scopre la pressa per la plastica, un nuovo macchinario allora poco usato. Ecco la nuova intuizione: usare il macchinario per produrre mattoncini impilabili in plastica. Nel 1949, la LEGO iniziò a produrre i famosi mattoncini automaticamente bloccanti, ispirati da un design di un giocattolo esistente chiamato “Kiddicraft Self-Locking Bricks“. Questi mattoncini si rivelarono rivoluzionari, permettendo ai bambini di costruire in modo più creativo e strutturato. Nello specifico il primo giocattolo prodotto fu un camion smontabile.
Sotto la guida di Ole, e successivamente di suo figlio Godtfred, la LEGO crebbe fino a diventare una delle aziende di giocattoli più amate e riconosciute al mondo. I mattoncini divennero un’icona culturale anche pop, con un impatto enorme sull’educazione, sulla creatività e sul gioco dei bambini.