Venerdì 15 Marzo è stata una giornata importante per il futuro del nostro pianeta, in tante piazze in giro per il mondo, infatti, milioni di persone, principalmente ragazzi e giovanissimi, si sono unite alla protesta della sedicenne svedese Greta Thunberg promotrice della manifestazione di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.
Oggi, sull’onda dell’entusiasmo suscitatomi da questa presa di coscienza dei miei coetanei su un problema tanto grave e comune ad ognuno di noi, vorrei parlarvi di alcune straordinarie iniziative e progetti che ho trovato navigando in rete, alcuni dei quali realizzati proprio da ragazzi.
La cuccia per cani riscaldata dall’energia solare
Due studenti di un liceo artisitico della provincia di Kütahya, in Turchia, hanno progettato e costruito una cuccia per cani che si riscalda utilizzando l’energia solare catturata in maniera ecosostenibile. Oğuz Özgür e Ahmet Ercan Kaya, questi i nomi dei ragazzi a cui si deve il merito del progetto, hanno avuto l’idea dopo aver visto i cani randagi che vivevano nel loro cortile di casa soffrire a causa delle condizioni climatiche e dei freddi inverni turchi.
Dopo aver ricevuto il sostegno del loro insegnante di biologia, gli studenti hanno sviluppato queste speciali cucce che raccolgono l’energia solare e la immagazzinano in una batteria che la trasferisce poi in un tappetino sulla base della cuccia per tenere gli animali al caldo. Muzaffer Efe, l’insegnante di biologia, ha dichiarato che gli studenti hanno preparato la bozza del progetto e raccolto i materiali necessari tutto da soli e che il costo totale del progetto è risultato essere di 100 lire turche (circa di 17 euro).
Un’iniziativa ambiziosa per due adolescenti, e supportata da pochissimi fondi, ma che dimostra al mondo che quando si ha a cuore qualcosa, nessun ostacolo può fermarci.
Quando il petrolio cede il posto alla plastica
Il petrolio è una delle risorse naturali più sfruttate al mondo, la plastica non è da meno, ed entrambe, a causa dello sfruttamento intensivo che l’uomo ne fa, sono dannose per il nostro pianeta.
Consapevoli dell’impatto negativo sull’ambiente che esse hanno, alcune grandi città, come Londra, stanno investendo in una nuova tecnologia per la realizzazione di un manto stradale alternativo eco-sostenibile.
Il quartiere londinese di Enfield infatti, è stato il primo ad utilizzare una miscela di asfalto che prevede l’utilizzo di plastica riciclata al 100%.
L’idea nasce dalla ditta MacRebur, che ha selezionato tre differenti additivi da miscelare al bitume a seconda delle prestazioni che si vogliono ottenere. Questo mix rende l’asfalto non solo duraturo ed ad alte prestazioni, ma garantisce anche un minor utilizzo di combustibili fossili, diminuisce il carbonio e la quantità di plastica nelle discariche.
I polimeri selezionati sono prodotti in forma di pellet, per permettere un trasporto più facile. Non è nemmeno necessario cambiare il modo di produrre l’asfalto, perché si utilizza semplicemente una miscela diversa, con meno bitume.
L’asfalto prodotto garantisce dunque maggior attrito e resistenza alla deformazione ed alle rotture, per strade senza buche! (cosa che sinceramente credo verrebbe bene anche a noi in Italia)
L’alga si fa plastica ed è subito tra le iniziative green
Una plastica sostenibile e biodegradabile, realizzata con ingredienti naturali appositamente per il packaging di prodotti alimentari secchi, è questa la proposta che giunge a noi dal Cile, frutto di un’idea della designer Margarita Talep, che partendo dalle alghe, e più precisamente dall’agar-agar, ha creato il prototipo di una bioplastica capace di bio-degradarsi in modo del tutto autonomo ed in tempi ben più rapidi della comune plastica.
Il materiale viene prodotto portando una miscela a base di acqua e agar-agar alla temperatura di 80 gradi che viene poi versata su uno stampo a raffreddare: il materiale assume così la consistenza di un gel, che una volta asciutto diventa simile a un sottile foglio di plastica.
È trasparente, ma la si può colorare con l’aggiunta di sostanze naturali estratte dalle bucce di frutta e verdura (Ha insomma pensato davvero a tutto!).
Rigidità, flessibilità e spessore possono ovviamente essere regolati in fase di preparazione, aggiungendo una più alta percentuale di alghe o utilizzando stampi ad hoc.
Le confezioni realizzate da Margarita Talep, che possono essere sigillate con il calore per evitare l’uso di colle e affini, vanno poi via via a biodegrafarsi nell’arco di due mesi a temperature estive e di tre mesi a quelle invernali.
E gli esperimenti con le alghe non finiscono qui, un altro esempio di uso alternativo di queste piante di mare è la capsula d’acqua Ooho!, che può essere bevuta ed inghiottita una volta terminata, senza la necessità di alcuna bottiglia! Insomma, noi stiamo distruggendo il Mare, ma lui sta continuando a salvare noi.
La spugna che assorbe il petrolio
Oleo Sponge ha la forma della classica spugnetta che tutti quanti noi usiamo per pulire i lavandini di casa, ma non ha nulla di comune. È stata inventata dagli scienziati dell’Argonne National Laboratory di Chicago per pulire i mari dal petrolio e scongiurare così vere e proprie catastrofi ambientali. Questa magica spugna assorbe infatti il petrolio contenuto nell’acqua.
Gli scienziati hanno lavorato sul poliuretano, il materiale di cui sono fatte le spugne, modificandolo chimicamente e rendendolo oleofilico.
Come avrete capito è facilissima da usare, basta immergerla nell’acqua contaminata dal petrolio, lasciare che la spugna lo assorba, spremere per recuperare il petrolio ed è pronta per un altro utilizzo!
Lo scienziato Seth Darling, dopo i risultati positivi dei test in laboratorio ed in mare, si dice convinto che Oleo Sponge sia finalmente pronta per la produzione su larga scala, e che la chimica alla base possa esser convertita per agire anche su altri agenti inquinanti.
Pare dunque che la soluzione ai problemi di sversamento di petrolio nei nostri mari sia più vicina di quanto si pensi.