Negli angoli più remoti del Nord del nostro pianeta, il popolo Inuit e gli altri popoli artici portano con sé una ricca e affascinante storia che risale a migliaia di anni. Tuttavia, l’identità e il nome con cui questi popoli sono stati chiamati nel corso dei secoli sono oggetto di dibattito.
Infatti, nel corso degli anni il termine “eschimese” è stato al centro di controversie da parte dei popoli nordici. E oggi spieghiamo il perché!
Cultura e influenze storiche dei popoli artici
I paesi del nord – Groenlandia, Alaska, Canada e parte della Russia – sappiamo essere delle zone molto difficili in cui vivere a causa della temperatura estremamente bassa. Eppure, gli Inuit, Yupik e i Sinenikski hanno imparato a vivere in questi ambienti estremi sfruttando ciò che Madre Terra dona.
Tuttavia, nel corso dei secoli sono state molteplici le influenze storiche che hanno plasmato le loro culture. I primi contatti con gli europei hanno portato cambiamenti significativi, come l’introduzione di oggetti e tecnologie straniere e i contatti con altre culture. Questi popoli sono maestri nel trattamento delle pellicce e il loro commercio, aprendo le porte a nuove opportunità di scambio.
Dunque, da entrambe le parti c’è stato non un cambiamento, ma un arricchimento di cultura con gli altri popoli; ciò nonostante, sono sempre stati fedeli alle loro origini e tradizioni mantenendo un forte legame con la loro identità.
Le storie ancestrali, le danze, le arti, i canti e le pratiche spirituali esprimono la ricchezza e la diversità delle culture artiche e oggi, questi popoli si dedicano con tenacia alla preservazione e celebrazione della loro eredità, affrontando le sfide dei mutamenti sociali e ambientali nel mondo moderno.
“Non chiamateci eschimesi”
La questione dell’identità e della terminologia dei popoli artici si è intensificata negli ultimi anni, con un’attenzione particolare rivolta al termine “eschimesi“. Questo termine, originariamente utilizzato dagli esploratori europei, deriva da una parola algonchina che significa “mangiatori di carne cruda“.
Gli inuit e altri popoli artici considerano questo termine dispregiativo e offensivo, poiché riduce la loro ricca e complessa cultura a un semplice stereotipo alimentare. E come sappiamo, oggi è pieno di stereotipi che minimizzano le diverse culture!
Questi popoli hanno un nome specifico e preciso, che racchiude la loro cultura e le loro tradizioni: Inuit per gli abitanti della Groenlandia e del Canada, Yupik per i popoli dell’Alaska e Siberia e Sinesikski per quelli della Russia settentrionale!
Infatti, negli ultimi decenni si sono ribellati all’uso del termine “eschimesi”, impegnandosi nella promozione dell’uso appropriato dei termini specifici e nella diffusione della consapevolezza sulla storia e la cultura dei popoli artici. L’obiettivo è di contrastare gli stereotipi negativi e di preservare l’autenticità delle loro tradizioni e della loro eredità culturale.
Lotta per la sostenibilità ambientale
Non è una novità che i cambiamenti climatici abbiano avuto un impatto negativo significativo sulle zone artiche, con lo scioglimento dei ghiacciati e la riduzione sempre maggiore del permafrost.
Gli Inuit e gli altri popoli combattono ogni giorno per la sostenibilità ambientale, affrontando molte minacce tra cui la perdita di habitat essenziali per la loro sopravvivenza e lo sfruttamento delle risorse naturali da parte delle industrie estrattive.
Tuttavia, organizzazioni come il Consiglio dell’Artico e il Fondo Mondiale per la Natura (WWF) stanno svolgendo un ruolo cruciale nel sostenere queste iniziative e promuovere politiche che preservino l’ecosistema artico, oltre alla sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni per preservare l’intero ecosistema.
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