Immergersi nell’universo creato da J.R.R. Tolkien può essere un’esperienza straordinaria, ma per molti lettori alle prime armi, l’approccio a questa vasta opera letteraria può risultare scoraggiante. Quale libro scegliere per iniziare? Esiste un ordine di lettura corretto? In questo articolo, vorrei cercare di fare chiarezza su queste domande, fornendo consigli pratici basati sull’esperienza di lettura di un appassionato.
Questo è il modo più corretto (e meno noioso) per approcciarsi ai libri di Tolkien
Innanzitutto, è fondamentale comprendere che l’opera di Tolkien non segue una struttura lineare come altre saghe letterarie, quali “Il Trono di Spade” di George R.R. Martin o “Harry Potter” di J.K. Rowling. I testi di Tolkien, pubblicati in modo frammentario nel corso degli anni, sia dall’autore stesso che dal figlio Christopher, non seguono un ordine cronologico preciso. Inoltre, molte storie si sovrappongono, rendendo pressoché impossibile una lettura perfettamente sequenziale.
Questo significa che non esiste una risposta universalmente valida alla domanda “Qual è l’ordine giusto dei libri?”. O meglio, se un lettore vuole seguire l’ordine temporale della storia che tutti abbiamo conosciuto grazie alla trilogia di Peter Jackson, allora è giusto iniziare dalla creazione dell’universo di Arda con “Il Silmarillion”. Tuttavia, questo comporta molti rischi.
Quindi, cominciamo con ordine. Per orientarsi in questo labirinto narrativo, è opportuno individuare i tre pilastri fondamentali dell’universo tolkieniano: “Il Silmarillion”, “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”.
“Il Silmarillion”, vero e proprio “libro sacro” della Terra di Mezzo, narra la genesi del mondo, dalla sua creazione fino a eventi molto prossimi alla Guerra dell’Anello. Tuttavia, nonostante la sua importanza, “Il Silmarillion” è un’opera complessa, che potrebbe scoraggiare i lettori meno esperti. Sin dalle prime pagine infatti ci si accorge di una quantità infinita di nomi che, per diversi motivi, non sono mai gli stessi nel corso della storia. Ad esempio si parla di Celeborn, detto anche Teleporno, figlio di Galadhon, nipote di Thingol. Per un lettore “alle prime armi” approcciarsi in questo modo potrebbe risultare deleterio.
Per questa ragione, il consiglio per i neofiti è di iniziare con “Lo Hobbit“, racconto più scanzonato e adatto anche a un pubblico giovane. Questa storia, che narra l’avventura di Bilbo Baggins e della Compagnia di Thorinil nano verso la Montagna Solitaria, funge da perfetto preludio a “Il Signore degli Anelli”. Leggere “Lo Hobbit” prima della trilogia principale può fornire un background utile per comprendere meglio alcuni eventi e personaggi.
Un’alternativa è partire direttamente da “Il Signore degli Anelli“, magari spinti dalla passione per la trilogia cinematografica di Peter Jackson. Il romanzo, pur con alcune differenze rispetto alla trasposizione filmica, rimane un’opera straordinaria, capace di catturare l’immaginazione del lettore con la sua epica storia di avventura, amicizia (di cui Samwise Gamgee è portabandiera) e lotta contro il male.
Solo dopo aver completato la lettura de “Il Signore degli Anelli” e de “Lo Hobbit”, è consigliabile affrontare “Il Silmarillion”. Questa sequenza permette di acquisire familiarità con l’universo di Tolkien, rendendo più agevole la comprensione degli eventi narrati nella sua opera più complessa.
Per i lettori più coraggiosi, che non temono di immergersi nelle profondità della Terra di Mezzo, l’ordine cronologico rimane un’opzione valida: “Il Silmarillion”, “Lo Hobbit” e “Il Signore degli Anelli”. Tuttavia, è bene essere consapevoli della complessità de “Il Silmarillion”, che richiede un certo impegno e dedizione ma soprattutto un grande foglio dove appuntarsi nomi, stirpi e luoghi.
Non ci sono solamente Il Silmarillion, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli
Una volta completata la lettura del “tridente tolkieniano”, è possibile esplorare le altre opere dell’autore, che approfondiscono aspetti specifici della sua mitologia. “Beren e Lúthien”, “I figli di Húrin” e “La caduta di Gondolin” sono racconti ambientati nella Prima Era, già accennati ne “Il Silmarillion”, ma qui sviluppati in modo più esteso. Leggere questi testi nell’ordine citato permette di seguire la cronologia interna degli eventi.
I “Racconti incompiuti” rappresentano un’ulteriore sfida per il lettore. Questa raccolta di storie, che spaziano dalla Prima alla Terza Era, può essere considerata una sorta di “Silmarillion parte 2”. Tuttavia, a differenza de “Il Silmarillion”, questi non seguono una linea narrativa coesa, presentando invece approfondimenti apparentemente slegati tra loro. Per evitare di perdersi in questo labirinto narrativo, è consigliabile affrontarlo solo dopo aver letto il i tre capisaldi di cui sopra e le storie della Prima Era.
Per i lettori più appassionati, il passo successivo potrebbe essere la “History of Middle-earth“, una serie di dodici volumi che racchiude l’evoluzione del pensiero di Tolkien e della sua creazione. Questa opera, di cui i primi due volumi sono stati recentemente ripubblicati in italiano con il titolo “Racconti ritrovati” e “Racconti perduti”, rappresenta un vero e proprio studio filologico, che richiede un notevole impegno. La traduzione italiana di questa serie renderà più accessibile l’approccio a questi testi, ma rimane un’impresa adatta solo ai lettori più motivati.
Infine, un testo che merita una menzione speciale sono le “Lettere di Tolkien”. Questa raccolta di corrispondenza tra l’autore e alcuni amici e lettori offre uno sguardo privilegiato sulla sua visione del mondo e sulla genesi delle sue opere. Le “Lettere” possono essere lette in parallelo alla “History of Middle-earth”, o subito dopo i “Racconti incompiuti”, per entrare ancor più in profondità nella mente del creatore della Terra di Mezzo.
Quindi, qual è l’ordine giusto?
Semplice: non esiste un ordine di lettura giusto per le opere di Tolkien, ma seguendo questi consigli, basati sull’esperienza di lettura di appassionati, è possibile orientarsi nel vasto universo creato dall’autore.
Che scegliate di seguire l’ordine cronologico interno, o di partire dalle opere più accessibili per poi affrontare quelle più complesse, l’importante è lasciarsi trasportare dalla magia della Terra di Mezzo, un mondo in cui, come scriveva Tolkien stesso, “non tutti coloro che vagano sono perduti”. Una cosa intelligente da fare sarebbe anche vedere il film dedicato allo scrittore e professore universitario.