Scienza

Guardando al cielo notturno – Le meraviglie del cielo di Ottobre (parte I)

Finalmente, dopo aver parlato tanto di conoscenze teoriche e preparativi pratici, arriviamo a considerare cosa si può vedere, meteo permettendo, durante queste notti di (fine) Ottobre ad occhio nudo o con degli strumenti: binocolo o telescopio.

Iniziamo guardando verso Est.

Visuale del cielo di Ottobre verso Oriente;
Come si vede il luogo di riferimento è Cosenza e la sezione osservabile va dallo Zenit all’Orizzonte.

In questa direzione ci si parano innanzi le costellazioni del Toro, di Perseo, Auriga, Ariete, Triangolo e Balena, mentre Orione appena appare sopra l’orizzonte (è come se si tenesse nascosto per non spaventare la preda, infatti si vede solo l’arco) e Cefeo poco più verso Nord.
Già ad occhio nudo si possono osservare ben due ammassi stellari ed una stella molto luminosa: stiamo parlando delle Iadi e delle Pleiadi (non sono arcipelaghi nei mari tropicali) nel Toro e di Capella nell’Auriga. Non molti lo sanno ma la “testa” del Toro è composta da un enorme ammasso stellare aperto la cui componente più grande e luminosa è proprio Aldebaran, l’occhio del Toro nonché la sua stella principale (
αTau In cui la lettera greca indica la stella più luminosa della costellazione, mentre le tre lettere sono le indicative della costellazione, prese dal nome latino di quest’ultima declinato al genitivo, in questo caso è tauri da cui tau); le Pleiadi invece sono un un altro ammasso aperto posto all’altezza della spalla della figura, appare come una sorta di “Grande Carro” ma molto più ridotto, posto poco più a Nord rispetto alle Iadi. Note anche come le “Sette Sorelle” possiamo osservare 7 stelle (Giganti blu). Al binocolo è splendido. Alcione è la stella più luminosa (brilla 100 volte più del Sole). Tutte le stelle sono circondate da una nebulosità. Merope è l’astro con maggiore presenza gassosa.
Capella è dal canto suo la sesta stella più brillante del cielo e quella più luminosa dell’Auriga, di cui è la principale (αAur ).
Rimanendo verso Est ma alzando la testa (nella direzione nota come Zenit, non la ditta di orologi ma un punto celeste virtuale posto esattamente sopra la verticale dell’osservatore) è possibile vedere Algol (
βPer ), la seconda stella più brillante della costellazione di Perseo, che è una variabile binaria ad eclissi, ossia la sua luminosità varia perché in realtà sono due stelle che ruotano intorno ad un centro di gravità comune, risultando quindi più luminose se entrambi visibili, meno luminose se sono allineate rispetto all’osservatore (eclissamento).
Poi c’è la quarta stella della costellazione di Cefeo (δCep ) che è una stella variabile supergigante gialla situata nella costellazione di Cefeo, nota perché la sua variabilità è regolare e dovuta a delle pulsazioni della stella, che una volta misurate possono essere usate per determinarne la distanza effettiva; è grazie a stelle come questa che è stato possibile determinare la distanza di molte galassie e ammassi stellari che ne contenevano almeno una al proprio interno.
Se siete armati di binocolo potrete osservare alcuni oggetti che invece non è possibile vedere ad occhio nudo o al più risultano indistinti, cominciando da Erakis (μCep ) che è una variabile supergigante rossa le cui dimensioni sono colossali: possiede infatti un raggio 1420 volte quello del Sole, e se si trovasse al suo posto, occuperebbe tutto lo spazio fino alle orbite di Giove e Saturno!
Altri mirabili oggetti si trovano in Perseo come ad esempio gli oggetti noti come NGC869 e NGC884 o “Doppio Ammasso”, una coppia di ammassi aperti molto luminosi, visibili nella costellazione di Perseo
(NGC sta per New General Catalogue, un elenco aggiornato dei principali oggetti celesti, il numero a seguito indica la posizione dell’oggetto nell’elenco); devono il loro nome comune alla loro estrema vicinanza e somiglianza; o ancora l’ammasso aperto M34 (NGC1039; anche in questo caso M34 indica la posizione dell’oggetto all’interno di un catalogo, M sta per Messier) la cui peculiarità consiste nell’estensione: il diametro apparente dell’ammasso è di 35 minuti d’arco (un’area aperta grande come la Luna piena) da cui si ricava un raggio reale di 15 anni-luce; oppure l’Ammasso Alfa Persei, chiamato così perché è un ammasso aperto in prossimità della stella più luminosa della costellazione, Mirphak (αPer ).l’Ammasso è composto da almeno 30 stelle.

Ora giriamo lo sguardo a Sud e vediamo cosa ci offre il cielo.

Qui invece scorgiamo l’equivalente sezione di cielo ma in direzione del Meridione.

In questa sezione di cielo spiccano alcune costellazioni notevoli: Andromeda, Pegaso, Acquario, i Pesci e il Pesce Australe.
Pegaso è sicuramente la costellazione più riconoscibile del periodo, ha infatti forma di un gran quadrato, nei pressi dello Zenit; non presenta alcuna particolarità ad occhio nudo (già al binocolo la questione cambia!) ma è una costellazione guida in questa stagione (vedi articolo precedente); da esso si arriva subito ad Andromeda che parte dal vertice in alto a sinistra del quadrato con la sua stella principale Sirrah (αAnd ), mentre sotto l’angolo in basso a sinistra (γPeg ) si distende (è il caso di dirlo) la costellazione zodiacale dei Pesci; poco più ad Ovest di questi fa la sua comparsa un’altra costellazione dello zodiaco: l’Acquario e prima di questa, sempre verso Ovest c’è il Capricorno. Direttamente sotto l’Acquario invece, vicino all’orizzonte, è possibile scorgere Fomalhaut (αPsA ), che in arabo significa “Bocca della balena” che è la stella più brillante della costellazione del Pesce Australe. Non c’è molto altro da vedere qui, a parte la Luna, ad occhio nudo.
Qualora foste invece forniti di un binocolo 10×50, puntandolo verso Andromeda riuscirete a scorgere una macchia ellittica luminosa: quella è la galassia di Andromeda, nota anche come M31 o NGC224; più a Sud-Ovest, nella costellazione di Pegaso, e più precisamente vicino ad Enif (εPeg ) si staglia l’ammasso globulare M15 (o NGC7078) molto visibile perché estremamente brillante, è uno dei più densi conosciuti: il suo nucleo ha subito una contrazione in passato, forse a causa di un buco nero; contiene almeno 30.000 stelle, accoglie anche un notevole numero di pulsar e di stelle di neutroni, resti di stelle massive “morte” durante la giovinezza dell’ammasso; inoltre, è uno dei pochi ammassi a contenere una nebulosa planetaria, Pease 1, nella sua periferia.. Ha un diametro di 160 anni-luce.
A Sud del quadrato di Pegaso è possibile vedere distintamente, sempre col binocolo, un gruppo di sette stelle disposte in cerchio che rappresenta il corpo del pesce meridionale. Fra queste c’è la stella TX Pescium, una gigante rossa variabile che appare di colore arancione.
Per finire, poco a Sud di M15, nella costellazione dell’Acquario si trova l’ammasso globulare M2 (NGC7089). Al binocolo assomiglia ad una stella sfocata. E’ collocato al limite dell’alone di ammassi globulari che riveste il centro della galassia. Dista 37.500 anni luce dal Sole e circa 33.500 anni luce dal centro della Via Lattea. Ha un diametro pari a 175 anni luce e una notevole ellitticità; contiene all’incirca 150.000 stelle, ed è uno dei più ricchi e compatti ammassi globulari.

Ci sono ancora molte altre meraviglie da vedere, dato che fin’ora abbiamo prestato attenzione solo a metà della sfera celeste da noi visibile.
Se volete scoprire quali bellezze cosmiche attendono ancora di essere fissate dai nostri occhi, non mancate di venire a leggere la seconda parte di questo articolo!

Giovanni

Sono alto nella media; sono robusto nella media; sono bello nella media; sono intelligente spropositatamente. Detto questo devo rendere noto solo che adoro la fantascienza in tutte le sue forme; gioco frequentemente on line al vecchio (immortale) Jedi Knight: Jedi Academy e mi diletto leggendo manga che considero 'di un certo livello'. Ho studiato fisica, perché mi hanno sempre incuriosito i meccanismi che regolano la realtà intorno a noi, ma l'oggetto vero della mia passione sta milioni di chilometri sopra di noi, e si mostra appena solo di notte, il cosmo, coi suoi oggetti affascinanti e fenomeni terribilmente meravigliosi. Il resto è vita comune, poco accattivante.
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