Le immagini impressionati della liquefazione dello stato del permafrost in Groenlandia, stanno facendo il giro del mondo e hanno offerto una cartolina tragica di quello che sta succedendo nelle regione più al Nord del nostro Pianeta: solo durante questa stagione estiva, oltre 197 miliardi di tonnellate d’acqua si sono riversate nell’oceano Atlantico, portando il totale dello sversamento a 240 miliardi di tonnellate solo nei primi sette mesi di quest’anno.
Un dato inquietante, che preoccupa l’intera comunità scientifica: Ruth Mottram, climatologa dell’Istituto Meteorologico Danese, che da anni studia da vicino il territorio della Groenlandia, ha dichiarato che lo strato di ghiaccio sottoposto a scioglimento è andato via via aumentando nel corso degli anni, fino a raggiungere un picco del 56,5% del suo totale – un record che potrebbe essere già abbattuto alla fine di questa estate a causa del clima caldo previsto nella regione per tutto il mese di Agosto. Dal suo account Twitter, la scienziata ha postato le immagini sconcertanti del fenomeno: è stato calcolato che lo strato di ghiaccio andato perduto nei giorni più caldi del mese di Luglio sarebbe stato sufficiente a coprire la Florida di quasi 13 cm di acqua.
Uno studio effettuato da un team di climatologi danesi e statunitensi ha previsto che entro il 2100 il livello dei mari potrebbe alzarsi perfino di 33cm. Un numero che all’apparenza può sembrare poca cosa, ma che avrebbe effetti devastanti sul nostro clima e sulla fauna e la flora che abitano le regioni artiche del pianeta.
E sono proprio le aree all’estremo Nord della Terra a soffrire maggiormente degli effetti di questo anticiclone africano, che oltre a provocare un innalzamento improvviso e drastico delle temperature in tutta Europa, ha anche causato diversi incendi nelle zone boschive delle regioni artiche, dalla Groenlandia alla Siberia. I wildfires sono particolarmente dannosi per il pianeta, perché le foreste vergini sono preziosissime per la produzione di aria pulita, e perderle sarebbe un danno incommensurabile.
Gli esperti concordano all’unisono: la colpa di questi tragici eventi è tutta da ricercarsi nel cambiamento climatico, che provoca estati lunghe e ondate di calore sempre più intense e persistenti, e che rende gli inverni aridi, con una bassissima percentuale di precipitazioni. A causa della scarsa piovosità dei mesi più freddi, lo strato di ghiaccio eterno è uscito allo scoperto in anticipo, e ha cominciato a sciogliersi già in primavera. La perdita totale di permafrost, che costituisce l’82% del territorio della regione, potrebbe avere effetti irreversibili, e non è ancora certo che i ghiacciai perenni potranno ritornare al loro stato originario.
Come fa notare Mike Sparrow dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale delle Nazioni Unite, “Le ondate di calore sono aumentate di dieci volte rispetto a cento anni fa”, e i numeri non mentono: l’ultimo scioglimento record è avvenuto nel 2012, e secondo i dati raccolti grazie al carotaggio dei ghiacciai, quello prima è stato nel 1889… E quello prima ancora, nel 1192. Questo significa che i fenomeni di liquefazione sono e saranno sempre più frequenti, e che avranno effetti devastanti sul pianeta.
Quando la temperatura media globale sale di un grado puoi persino non accorgertene, se stai seduto a Londra o ad Amburgo – Ma questo è il valore medio, mentre la differenza è molto più accentuata verso l’Artide o l’Antartide
-Mike Sparrow
Uno scenario quasi fantascientifico, quindi, ma che andrà sempre più a peggiorare se non verranno presi provvedimenti concreti per rallentare il fenomeno del global warming, che sta bruciando – e sciogliendo – la nostra unica casa.
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