Qualche tempo fa vi ho raccontato chi è Huyang, il droide costruttore di spade nonché maestro di Yoda (tra gli altri). Tuttavia, un aspetto che non ho mai affrontato è: come si usano le spade laser? Ci sono diversi stili di combattimento che i più spassionati hanno imparato a conoscere dalla ricca narrativa scritta (e non) di Star Wars. Ecco quindi tutti gli stili conosciuti di combattimento con la Spada Laser nell’universo di George Lucas.
L’arte della spada laser in Star Wars: dal Shii-Cho al Vaapad
La scelta dello stile di combattimento di un Jedi o un Sith non è solo una preferenza tecnica, ma riflette profondamente la loro filosofia di vita e il loro rapporto con la Forza. Ogni stile con la spada laser in Star Wars è più di una semplice serie di movimenti; è un riflesso della filosofia, dell’identità e delle scelte di vita del suo utilizzatore. Ovviamente, ad ogni stile corrisponde un punto debole e uno forte che, come ovvio, i maestri più abili hanno saputo adattare in base alle loro potenzialità.
Forma I: Shii-Cho
Conosciuto come “La Via della Sarlacc” o “La Determinazione“, Shii-Cho è il fondamento su cui si costruiscono tutti gli altri stili di combattimento con la spada laser. È caratterizzato da movimenti ampi e fondamentali che enfatizzano la fluidità piuttosto che la complessità. Questo stile è particolarmente efficace nel disarmare l’avversario, puntando più a neutralizzare che a infliggere danni letali.
Kit Fisto, un maestro Jedi noto per la sua abilità in combattimento, ha adottato Shii-Cho, dimostrando come anche lo stile più basilare possa essere efficace nelle mani giuste. La semplicità di Shii-Cho lo rende accessibile a tutti i Jedi, ma richiede una grande presenza mentale e controllo per essere padroneggiato a livelli superiori.
Forma II: Makashi
Makashi, nota anche come “La Via del Ysalamiri“, è descritta dalla narrativa come l’arte del duello per eccellenza. Questo stile si concentra sulla precisione, l’efficienza e l’eleganza, privilegiando la forma e la tecnica sopra la forza bruta. È particolarmente efficace nei combattimenti uno contro uno e si basa su movimenti fluidi e controllati.
Il Conte Dooku, ex maestro Jedi divenuto Signore dei Sith nonché sottoposto di Palpatine e diretto superiore del Generale Grievous, era un maestro indiscusso di Makashi. Il suo stile di combattimento era raffinato e preciso, caratterizzato da una postura eretta e attacchi mirati. Makashi richiede un’elevata destrezza e una profonda comprensione del proprio avversario, rendendolo meno efficace contro i blaster ma imbattibile in un duello spada contro spada. Purtroppo fu uno dei pochi utilizzatori e, tra le altre cose, per potenziare di più la sua potenza modificò la sua spada rendendo l’elsa leggermente ricurva verso la fine.
Forma III: Soresu
Anche conosciuta come “La Via della Mynock“, è la quintessenza della difesa. Questo stile è stato sviluppato per massimizzare la protezione contro attacchi diretti e tiri di blaster, rendendolo ideale per resistere a lunghe battaglie.
Obi-Wan Kenobi, uno dei più grandi maestri di Soresu, ha dimostrato come questo stile possa essere utilizzato per sopraffare avversari apparentemente più forti. Soresu richiede una pazienza immensa (come può non averla con un padawan come Anakin?), una perfetta consapevolezza dello spazio circostante e una connessione profonda con la Forza, permettendo al Jedi di anticipare e neutralizzare gli attacchi avversari.
Forma IV: Ataru
Ataru è anche detta “La Via del Falco“, è uno stile spettacolare e dinamico, che enfatizza velocità, agilità e movimenti acrobatici. Questo stile incorpora salti, capriole e attacchi rapidi, rendendolo efficace per sorprendere l’avversario.
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Yoda, con la sua piccola statura ma incredibile agilità, è un esempio emblematico dell’efficacia di Ataru. Questo stile, tuttavia, richiede una grande quantità di energia e può essere dispendioso in termini di resistenza, rendendolo meno ideale in battaglie prolungate. Ne abbiamo avuto prova in due scontri della trilogia originale: quello contro Palpatine (Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith) e quello contro Dooku (Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni).
Forma V: Shien / Djem So
La Forma V si divide in due varianti: Shien, ottimizzata per la difesa e il contrattacco contro colpi di blaster, e Djem So, focalizzata sui duelli spada contro spada.
Anakin Skywalker ha preferito Djem So, che si adattava perfettamente alla sua forza fisica e al suo stile aggressivo. Questo stile mira a trasformare la difesa in un’offensiva potente, utilizzando la forza dell’avversario contro di lui. La Forma V richiede un equilibrio tra forza fisica e tattica, permettendo di sfruttare gli attacchi dell’avversario a proprio vantaggio.
Forma VI: Niman
Niman, denominata “La Via del Rancor“, è uno stile equilibrato che combina elementi di tutte le forme precedenti. Questo stile è meno esigente fisicamente, rendendolo ideale per i Jedi che si concentrano più sulle abilità diplomatiche e sulla Forza che sul combattimento puro.
Exar Kun, un potente Jedi del passato che si convertì al lato oscuro, era un maestro di Niman. Questo stile offre una versatilità unica, permettendo all’utente di adattarsi a diversi scenari di combattimento. Tuttavia, la sua natura “omnicomprensiva” può renderlo meno efficace in confronto agli stili più specializzati.
A mio avviso, un Jedi o un Sith in grado di padroneggiare perfettamente questa forma è potenzialmente invincibile.
Forma VII: Juyo / Vaapad
Juyo, conosciuto come “La Via del Vornskr“, è lo stile più aggressivo e impegnativo fisicamente. Infatti, nell’antologia di Star Wars è lo stile utilizzato da molti Sith e utilizzatori della forza che aderiscono al lato oscuro. Vaapad, una variante sviluppata da Mace Windu, è particolarmente pericolosa perché canalizza l’aggressività dell’utente e del suo avversario. Questo stile richiede un alto grado di controllo emotivo e una forte connessione con la Forza.
Mace Windu, utilizzando Vaapad, ha dimostrato come uno Jedi possa sfruttare l’aggressività in combattimento senza cedere al lato oscuro, ma questo stile rimane comunque rischioso, poiché “flirta” con i confini della furia e della passione, elementi che sappiamo essere determinanti nell’offuscamento della mente e nella conseguente caduta al lato oscuro.