Alert: Articolo consigliato a un pubblico di soli lettori adulti.
Oggi mi rivolgo alle care amiche in ascolto.
Dico proprio a voi, oh giovani donzelle che credete di essere immuni. Se avete letto un manga, o per meglio dirla, un yaoi e la storia vi è piaciuta molto, potreste rientrare nella categoria di lettrici che in Giappone vengono definite Fujoshi. Ovviamente questo articolo ha solo carattere informativo e umoristico, non serve a etichettare nessuno.
FUJOSHI: CHE COSA E’
Partiamo subito dalle basi: cos’è una fujoshi? Una fujoshi è una donna/ragazza con una passione più o meno normale per lo Yaoi o, com’è chiamato adesso, Boys’ Love (ovvero quelle storie dove due ragazzi di un fumetto o comunque opera strettamente manga si amano), lo slash (la versione yaoi con persone reali, quindi telefilm, film, ecc.) e in generale per le storie tra gay.
La parola significa ragazza o mela marcia e questo dovrebbe già aiutarvi a far capire com’è che questo termine non è diffusissimo, anche se è dato dalle stesse protagoniste (personalmente preferisco la parola yaoiste, ma sono gusti personali).
Le fujoshi sono ovunque. Sono coloro che sentite urlare durante le fiere del fumetto alla vista di due cosplayer che stanno in atteggiamenti non proprio casti e puri. Sono le ragazze che vi parlano per ore della loro OTP (One True Pairing, termine indicato per quelle coppie considerate sacre e uniche delle fan) senza posa e senza fermarsi mai.
Sono il motivo principale per cui Tumbrl è definito il paradiso dello Yaoi (e non scherzo). Sono la causa (secondo molte persone) della rovina di una determinata opera, visto che ne snaturano completamente il senso.
E invece no.
Se oggi sono qui a parlare di questo fenomeno, che non riguarda solo il Giappone ma tutto il mondo che possiede un fandom, è proprio perché voglio parlare di come, invece, è utile proprio per il successo di una tale opera.
IL SUCCESSO DI UN’OPERA DIPENDE ANCHE DALLE FUJOSHI
Le fujoshi sono parte del fandom. Su questo non ci piove. Sono la parte più attiva probabilmente e quella che contribuisce di più al successo dell’opera.
Grazie a fanart (immagini create dai fan), fanfiction (storie create dai fan), AMV (acronimo di Anime Music Video) e chi più ne ha più ne metta diffondono il verbo. Sia i lati positivi che quelli negativi. Del resto, qualcuno diceva che “nel bene o nel male, purché se ne parli”.
Sono i giudici più severi ma anche quelli che si entusiasmano più facilmente. Insomma, è anche grazie a loro se una buona parte di pubblico arriva, perché attirati come falene da tutto il duro lavoro di sponsorizzazione gratuita che fanno.
UN ESEMPIO SU TUTTI: OSOMATSU-SAN
Questa sembra una fanart. E invece è un fotogramma dell’episodio sedici di Osomatsu–san, che ha fatto impazzire il fandom. Analizziamo l’immagine: ci sono due gemelli in una posizione equivoca, con delle facce sconvolte (un biscottino se indovinate il perché).
Ebbene, che ci crediate o no, è la realizzazione di una delle fantasie del fandom: la KaraIchi, ovvero la coppia Karamatsu–Ichimatsu. Questo cosa significa? Che gli autori sanno. O meglio, sono andati a studiarsi ben bene quali sono i gusti e i desideri delle fan, avendo compreso che è il pubblico maggiore.
E sono stati ripagati lautamente: il primo volume BD di Osomatsu-san ha venduto più di 100.000 copie. La dimostrazione che le fujoshi non sono la parte cancerogena dell’opera (come molti sostengono), bensì una risorsa per i produttori, sia in fatto di pubblicità che vendite.
LE CONCLUSIONI DEL CASO
Insomma, cosa abbiamo capito?
- Le fujoshi sono le mele marce del fandom, amanti di storie gay;
- Esse sono considerate la parte malsana del fandom;
- Eppure portano pubblico e big money;
- Date loro un biscottino e le farete felici.
Cosa? Volete dirmi che sono cose scontate? Forse, ma è sempre meglio sottolineare queste cose, giusto per non farsi troppo il sangue amaro quando si parla di fandom, fan e storie gay.
Un biscottino a tutti quanti.