Quello dei videogiochi è un mondo che nel corso del tempo ha subito una lenta ma costante evoluzione: dall’essere visti come semplici passatempi, circoscritti soprattutto alle fasce d’età più giovani, a un nuovo mezzo di comunicazione, in grado di essere utilizzato con successo anche nei campi dell’apprendimento o della cultura. Un percorso ancora non del tutto compiuto, come dimostrato da alcuni luoghi comuni che spesso vengono associati al videogaming; ma, allo stesso tempo, un percorso i cui progressi sono evidenti, come messo in luce in particolare dalla categoria degli eSport. Proprio questi infatti si sono distinti come collegamento fra il videogioco e l’attività sportiva agonistica, creando un fenomeno in costante trasformazione e dalle prospettive sicuramente interessanti.
Per ragioni di affinità, il concetto di eSport è inizialmente sorto per descrivere quei tornei che si svolgevano su titoli di simulazione sportiva: simulatori di calcio su tutti, come gli iconici titoli FIFA, ma anche di altri sport come basket, football e automobilismo. Negli anni proprio in questi settori si sono registrati alcuni dei progressi più netti: in Italia, il campionato di eSerie A è una realtà ormai affermata, con rappresentanti per quasi tutti i maggiori club nazionali che si sono sfidati anche durante i momenti di stop del campionato tradizionale. Anche nel mondo automobilistico, ambiente che può contare su svariati titoli simulativi, si contano numerosi tornei di eSport: su tutti spicca la Formula Uno, con tutte le maggiori scuderie come Ferrari, Mercedes e Red Bull che hanno in squadra veri e propri piloti digitali impegnati a competere sul simulatore sviluppato annualmente da Codemasters. Una sfida che intriga anche i piloti nella vita quotidiana, come Charles Leclerc o Lando Norris, più volte distintisi proprio per la loro presenza su Twitch in sfide sul simulatore di guida.
Inevitabilmente, il successo del concetto di eSport ha portato alla sua espansione, facendo confluire al suo interno numerosi titoli non sportivi. Col tempo, infatti, sono diventati eSport tutti quei titoli giocabili con un alto livello di competizione, per eccellere nei quali sia necessario avere molta pratica ed esperienza: il parallelo con gli sport tradizionali, in questo caso, è del tutto evidente. Oggi sono pacificamente considerati eSport shooter in prima persona come Counter Strike, battle royale come Fortnite o strategici come Dota 2, divenuti in breve protagonisti di tornei internazionali: quest’ultimo è protagonista di The International, torneo annuale che nel 2021 si è tenuto a Bucarest mettendo in palio un montepremi da oltre 40 milioni di dollari, mentre nel 2019 Fortnite è stato al centro di un Mondiale trasmesso in streaming perfino in palazzetti appositamente allestiti.
Più di recente, si parla con sempre maggiore convinzione di associare gli eSport all’evento sportivo per eccellenza: le Olimpiadi. Sebbene se ne discuta da parecchio tempo e il traguardo, per ora, appaia ancora abbastanza distante, nel corso degli ultimi Giochi Olimpici di Tokyo si è assistito per la prima volta al rapporto tra questi ultimi e i videogiochi. Nel corso degli eventi introduttivi all’Olimpiade, infatti, si è tenuta la prima Olympic Virtual Series, una serie di tornei patrocinati dal Comitato Olimpico Internazionale su simulatori di sport come ciclismo e canottaggio: un primo passo convinto verso un futuro che, a questo punto, potrebbe sicuramente includere altri tornei olimpici di eSport. Tornei che, olimpici o meno, vedranno protagonisti videogiochi sempre più trasversali: anche il poker, ritenuto tradizionalmente più legato a serate fra amici, si segnala invece come serio candidato all’etichetta di eSport, anche grazie alla copertura che ormai da anni si guadagna su vari media, specialmente nella sua veste online e trasmessa in streaming.
Proprio lo streaming fornisce la migliore chiave di lettura di un fenomeno che sembra destinato a crescere sempre di più: ogni torneo di eSport, infatti, ha sempre potuto contare sulla trasmissione garantitagli, sia in maniera amatoriale che professionalmente, dalle live su piattaforme di streaming. Oltre ai già citati esempi di Fornite e dei piloti del Mondiale di Formula Uno, sono numerosi i casi di videogiochi trasmessi da canali streaming, da semplici gameplay a tornei a tutti gli effetti: una vera e propria copertura mediatica di nuova concezione, soprattutto considerando come le dirette di videogiochi ed eSport rappresentino una fetta importantissima dei contenuti in streaming.
In conclusione, attualmente gli eSport al momento non mostrano segni di rallentamento, e le potenzialità sono ancora molteplici: solo il futuro potrà dimostrare quanto saranno in grado di porsi su un piano di parità con gli sport più tradizionalmente intesi.
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