Ecco la prima pagella sul bilancio globale del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico è senza dubbio una delle questioni più pressanti del nostro tempo. Le Nazioni Unite, dopo due anni di ricerche e collaborazioni con centinaia di governi, scienziati e attivisti, hanno finalmente rilasciato il primo “Global Stocktake“. Questo rapporto non è solo un’analisi approfondita delle azioni intraprese dai quasi 200 paesi che hanno aderito all’Accordo di Parigi nel 2015, ma è anche un campanello d’allarme per il mondo intero. Quanto siamo vicini a raggiungere gli obiettivi di Parigi?

L’urgenza della situazione

Da quando è iniziata la Rivoluzione Industriale, la temperatura globale è aumentata di circa 1,2 gradi Celsius. Questo dato, apparentemente insignificante, ha avuto conseguenze devastanti. Secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, il livello del mare è aumentato di circa 3,6 millimetri all’anno dal 2005. Gli eventi estremi come gli incendi in Australia e le inondazioni in Europa sono diventati sempre più frequenti. Non abbiamo più il lusso del tempo; ogni momento conta.

Da quando è stato firmato l’Accordo di Parigi, i paesi hanno fatto alcuni passi avanti. Ad esempio, la piccola nazione insulare di Tuvalu ha ridotto significativamente le sue emissioni attraverso l’uso di energie rinnovabili. Tuttavia, il rapporto delle Nazioni Unite sottolinea che c’è ancora molto da fare. Le emissioni globali di gas serra continuano a crescere e devono raggiungere il picco entro il 2025 per mantenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi Celsius, come previsto dall’Accordo di Parigi.

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Obiettivi a lungo termine

L’obiettivo finale è raggiungere la neutralità delle emissioni di gas serra entro il 2050. Questo richiederà un impegno collettivo per ridurre le emissioni del 40% entro il 2030 e del 60% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2019. Con il prossimo vertice sul clima delle Nazioni Unite in programma per novembre, i leader mondiali avranno l’opportunità di rivedere e potenzialmente intensificare i loro piani per il futuro.

Il rapporto delle Nazioni Unite ha sollevato alcune sopracciglia per il suo linguaggio ambiguo riguardo ai combustibili fossili. Mentre sottolinea l’importanza di passare a fonti di energia più pulite, il rapporto lascia spazio per l’uso continuato di combustibili fossili, purché siano “compensati” da tecnologie di cattura del carbonio. Questa posizione ha suscitato preoccupazioni tra gli ambientalisti, che temono che possa essere un compromesso per gli interessi delle grandi compagnie petrolifere.

Insomma, il primo “Global Stocktake” delle Nazioni Unite è più di un semplice rapporto; è una chiamata all’azione. Ogni paese, grande o piccolo, ha un ruolo da svolgere nella lotta contro il cambiamento climatico. È tempo di agire, e il momento è ora.

Fonte | Technical dialogue of the first global stocktake: Synthesis report by the co-facilitators on the technical dialogue

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Gianluca Cobucci

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