È nata la prima chimera simile all’uomo ma non è Nina di Full Metal Alchemist

In un evento senza precedenti, scienziati in Cina hanno raggiunto (https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(23)01087-5) un traguardo storico nella ricerca biomedica: la nascita di una scimmia chimera, creata attraverso l’unione di cellule staminali pluripotenti da due embrioni della stessa specie di scimmia. Questo risultato apre nuove frontiere nella comprensione delle cellule staminali e nel loro potenziale utilizzo. Non siamo nel manga Full Metal Alchemist, ma ci avviciniamo molto. E questa cosa fa paura.

Cosa è una chimera?

Prima di vedere la notizia che ha dell’incredibile, servono delle premesse. Il termine “chimera” si riferisce a un organismo le cui cellule provengono da due o più embrioni diversi, rendendolo geneticamente unico. In natura, questo fenomeno è estremamente raro, ma la scienza ha permesso di ricreare chimerismo in laboratorio, con successo dimostrato precedentemente nei roditori. Ora, per la prima volta, è stato possibile realizzarlo in una scimmia, un passo significativo data la vicinanza evolutiva di questi primati agli esseri umani.

chimera creata in laboratorio

Per creare questa scimmia chimera, i ricercatori hanno utilizzato i macachi cinomologi (noti anche come macachi a coda lunga), una specie comunemente impiegata nella ricerca biomedica. Inizialmente, sono state create nove linee di cellule staminali da embrioni di macachi di 7 giorni, verificando la loro pluripotenza, ovvero la capacità di differenziarsi in vari tipi di tessuti. Queste cellule staminali sono state poi etichettate con una proteina fluorescente verde, utilizzata come marcatore dell’espressione genica, permettendo agli scienziati di identificare i tessuti derivati da queste cellule.

Delle 12 gravidanze ottenute, sei hanno portato a nascite vive. Tra queste, una scimmia neonata e un feto abortito sono stati identificati come chimerici, con le cellule staminali fluorescenti verdi presenti in diversi tessuti, tra cui cervello, cuore, reni, fegato, tratto gastrointestinale, gonadi e placenta. Nel caso della scimmia chimera sopravvissuta, le cellule staminali hanno contribuito tra il 21 e il 92 percento ai vari tipi di tessuto, con una media del 67% nelle 26 tipologie di tessuti esaminati.

Un risultato incredibile per il futuro

Questo studio ha fornito solide prove che le cellule staminali pluripotenti dei macachi hanno la capacità di differenziarsi in vivo in tutti i tessuti di un corpo di scimmia. Questa ricerca non solo aumenta la comprensione della pluripotenza nei primati, ma ha anche implicazioni pratiche significative nella genetica e nella conservazione delle specie. Ad esempio, le cellule staminali dei macachi possono essere coltivate in laboratorio e modificate geneticamente, consentendo la produzione di scimmie geneticamente modificate con trasmissione della linea germinale.

Fonte | World First: Live Birth Of “Chimeric” Monkey With High Contribution From Stem Cells

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Gianluca Cobucci

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