Avete presente quando si scoprono delle informazioni entusiasmanti su degli dei mitologici? Ecco, è successo ancora con la decifrazione dell’enigmatica iscrizione incisa sul monumento di Arslan Kaya, noto anche come “Roccia del Leone”, in Turchia. ll professor Mark Munn, nel suo studio The Phrygian inscription W-03 on the Arslan Kaya monument, è riuscito a decifrare il testo che fa riferimento a Materan, la divinità ‘Madre degli Dei’ venerata da molte civiltà antiche.
Arslan Kaya: il messaggio segreto della Madre degli Dei è ora chiaro
Il monumento è stato oggetto di studio per secoli, ma solo ora il suo messaggio è stato completamente decifrato e compreso. Munn ha utilizzato fotografie ad alta risoluzione e confrontate con documenti e interpretazioni precedenti risalenti al XIX secolo.
La sua analisi ha confermato la presenza del nome “Materan” nelle incisioni, avvalorando l’importanza di questa figura divina per le antiche culture.
Materan era considerata la suprema divinità dai Frigi, che prosperarono nell’attuale Turchia tra il 1200 e il 600 a.C. Il suo culto, tuttavia, si estendeva ben oltre i confini di questa civiltà: i Greci la identificavano come la “Madre degli Dei“, mentre i Romani la chiamavano “Magna Mater” (Grande Madre).
Questa venerazione diffusa testimonia il ruolo centrale di Materan come simbolo di fertilità e forza creatrice nel mondo antico.
Potrebbe interessarti: Tiamat: la dea primordiale delle acque e prima madre dei draghi, ecco chi era nella mitologia
Nonostante l’entusiasmo suscitato dalla decifrazione, non tutti gli studiosi concordano sul fatto che i risultati di Munn rappresentino una vera novità. Rostyslav Oreshko, esperto in iscrizioni frigie, sostiene che la lettura di Munn non aggiunga interpretazioni inedite, ma si limiti a consolidare quanto già ipotizzato nel XIX secolo.
Tuttavia, il lavoro di Munn ha il merito di confermare l’importanza di Materan e di fornire nuove prove per datare l’iscrizione alla prima metà del VI secolo a.C., gettando luce su un periodo storico ancora poco conosciuto.
Ma soprattutto, dimostrando che esisteva una figura divina che trascendeva i confini delle singole civiltà, unendo popoli diversi nella venerazione di una forza creatrice universale. Questa divinità, così profondamente radicata nell’immaginario collettivo dell’antichità, ci ricorda l’importanza di esplorare e comprendere le radici culturali che hanno plasmato il nostro presente.