Quando penso allo spazio, ho sempre stampata in testa un’immagine di Final Fantasy 7 (tanto per cambiare): quella in cui si vede Cid Highwind osservare lo spazio, dopo aver lasciato su una capsula di salvataggio lo Shinra No. 26. Ecco, lui non era propriamente un astronauta ma mi chiedo: come ci si diventa? È davvero difficile come sembra? Mi sono informato ed ecco i requisiti.
I requisiti per diventare un astronauta sulla carta e nella realtà
Se penso allo spazio penso alla NASA. Come tutti sanno è un organismo complesso dove ogni figura professionale contribuisce al suo funzionamento. Tra questi, la figura dell’astronauta si distingue per la sua capacità di ispirare e meravigliare l’essere umano comune (io e voi lettori), incarnando il ruolo di esploratore e ambasciatore della Terra nello spazio. Tuttavia, entrare a far parte di questa élite non è un’impresa impossibile.
Per aspirare a diventare un astronauta, è necessario possedere una laurea magistrale in discipline STEM (ad esempio scienza, tecnologia, ingegneria o matematica). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il percorso per diventare astronauta richiede una solida base tecnica e scientifica, piuttosto che umanistica. Inoltre, è indispensabile avere alle spalle almeno due anni di esperienza professionale o almeno 1.000 ore di volo come pilota comandante di jet, evidenziando come la preparazione al volo e la capacità di gestione del mezzo siano competenze fondamentali per affrontare le missioni spaziali.
Come potrebbe essere altrimenti?
Oltre alle qualifiche accademiche e professionali, il processo di selezione prevede anche una valutazione della capacità di lavorare in ambienti ristretti e potenzialmente scomodi, come quelli di una navicella spaziale o di una stazione orbitale. Ciò che però può veramente fare la differenza ai fini della selezione è la personalità e il background multidisciplinare del candidato. La NASA, ad esempio, è alla ricerca di persone con forti competenze tecniche, ma anche con esperienze di vita variegate che possano arricchire il team di astronauti con nuove prospettive e abilità.
Insomma, non bisogna essere per forza dei secchioni ultra fissati con la scienza come i film ci fanno credere. Non bisogna essere un Senku Ishigami (Dr. Stone) per aspirare ad una professione del genere. È necessario essere skillati anche in altre abilità. Pensate quanto possa essere difficile sopportare lo stress di un astronauta che vive h24 con delle persone nello spazio e magari neanche le sopporta.
Il processo di selezione è incentrato non solo sulle competenze tecniche, ma anche sulle capacità di adattamento, resilienza e lavoro di squadra. Competenze trasversali come la capacità di prendere decisioni rapide sotto pressione, evidenziata dall’esempio di un candidato con esperienza nella guida di auto da corsa, sono altamente valutate. Queste abilità sono cruciali nello spazio, dove le situazioni critiche richiedono reazioni immediate e ben ponderate.
Gli astronauti o aspiranti tali sono costantemente impegnati in un processo di apprendimento che li prepara a fronteggiare le sfide dello spazio, mantenendo le loro competenze affilate per le attività extraveicolari (EVA) e altre operazioni critiche.
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