Se ami le lingue e ti piacerebbe trasformare la tua passione in un mestiere, la strada più interessante da percorrere è quella dell’interprete o traduttore freelance.
In chiave libera professione, chi decide di fare il traduttore freelance deve tenere conto da subito di alcuni elementi importanti, per avere la sicurezza di fare le cose per bene.
Sul versante fiscale, è essenziale conoscere e fronteggiare gli oneri amministrativi richiesti, come l’apertura obbligatoria della Partita iva, e previdenziali, con l’iscrizione alla cassa di riferimento.
In fase di startup, il regime forfettario può dare manforte grazie ad una tassazione più leggera rispetto a quello ordinario, oltre ad esonerare da una serie di incombenze burocratiche che possono incidere sulla parcella del commercialista.
Occhio però a quantificare i costi “vivi” legati alla conduzione dell’attività, poiché il regime forfettario non contempla ad oggi la possibilità di portare i costi sostenuti in contabilità.
La base imponibile per il calcolo delle tasse viene infatti determinata “a forfait” sul fatturato prodotto, applicando un coefficiente di redditività che nel settore servizi può variare tra il 67 e il 78% a seconda del codice ATECO adottato.
Se il freelance in regime ordinario è tenuto a rispettare anche l’onere di fatturazione elettronica, quest’ultima non è obbligatoria per le partite iva in regime agevolato, al netto della legge di bilancio attualmente in vigore.
C’è da dire che la scelta di adottare fin da subito l’emissione digitale dei documenti fiscali è un modo per semplificare e ottimizzare il processo di fatturazione, familiarizzando da subito e facendosi trovare pronti una volta che il volume d’affari e le esigenze professionali determineranno il passaggio a regime ordinario, o altra forma societaria dove si richiede la fatturazione elettronica.
Su questo versante, il software fattura elettronica di Fatture in Cloud consente di risolvere in modo ottimale tutti gli oneri collegati al processo di emissione e ricezione delle fatture elettroniche, facilitando il processo e supportando l’utente anche nella gestione dei clienti e dei fornitori, con la possibilità di analizzare e mettere a confronto dati e andamento economico dell’attività.
Se gli aspetti del lavoro autonomo non ti spaventano, allora vai con il primissimo passo: scegliere il percorso di studio da intraprendere. È consigliata la frequenza di un corso universitario in traduzione e interpretazione, che consente di svolgere sia lezioni frontali teoriche sia esercitazioni e seminari, in relazione solitamente all’inglese, al francese, al tedesco e allo spagnolo.
Un consiglio utile è quello di fare al più presto esperienza all’estero, per prendere dimestichezza con la lingua nei contesti d’uso comune e riuscire ad affrontare al meglio qualsiasi situazione.
Se l’ambizione non manca e si sogna di diventare interpreti al Parlamento, si deve compiere un ulteriore percorso che consenta di acquisire le abilitazioni necessarie. Si può scegliere di seguire la strada per diventare Funzionario permanente, iscrivendosi a un concorso tra quelli pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee, oppure lavorare come libero professionista.
In questo caso, bisognerà fare domanda agli appositi bandi per inserirsi all’interno del Servizio di Traduzione della Comunità Europea, con sede a Bruxelles e a Lussemburgo.
Un’ultima opzione vede la possibilità di diventare traduttore aggiunto, sempre previo superamento di un concorso, o fare domanda come interprete in Tribunale, con il compito di mediare linguisticamente in contesti giudiziari.
Diventare interprete freelance è il sogno di tantissimi giovani, in un mondo sempre più interculturale e cosmopolita. Speriamo con questa breve guida, di essere riusciti a chiarire i dubbi ed educare alla complessità che si presenta davanti a chiunque intenda raggiungere questo obiettivo professionale.
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