App di giochi: cosa sapere

Il mondo delle applicazioni per smartphone e tablet è enormemente vasto e al suo interno comprende una pluralità di categorie differenti, che vanno ad includere anche app molto diverse tra loro. Per quanto riguarda la modalità di download, tutto o quasi passa attraverso gli store, che variano a seconda del sistema operativo del proprio smartphone. È possibile ritrovare il Microsoft Store, il Google Store, il PlayStore o l’AppStore: a seconda di quale sia quello selezionato, non varia la modalità di utilizzo. Tutti presentano in homepage le app più scaricate suddivise in categorie e hanno una barra di ricerca per ritrovare il titolo prescelto.

Nel caso in cui non si sappia il nome dell’app o si sia interessati a sfogliare il catalogo, basta selezionare la categoria ed ecco aprirsi decine e decine di pagine tra cui scegliere. Tra le più gettonate ci sono le app dedicate allo svago e all’intrattenimento, ma anche in questo caso si apre una sezione contenente una pluralità di sottocategorie. Si possono anche trovare sale da gioco digitali con giochi di carte o una sezione di slot machine online, ma anche i classici giochi sportivi, dal calcio alla Formula 1 ad esempio. Non mancano passatempo divenuti ormai cult per quanto riguarda l’intrattenimento via smartphone: Candy Crush Saga ne è un esempio, ma anche Subway Surfers o ancora Angry Birds, tutti titoli da svariati milioni di download. Questi titoli rappresentano giochi lontani da quelli a cui si è abituati su console, che puntano tutto sulla trama accattivante unita ad una giocabilità senza precedenti. È evidente, infatti, che le prestazioni di uno smartphone non possono essere paragonate a quelle di una console (anche per una ragione di costi), ma soprattutto il fattore tempo del giocatore incide non poco. Nello specifico, il riferimento va a quando l’utente medio utilizza il gioco su smartphone: principalmente nel tempo libero tra le varie attività della giornata, ragion per cui occorrono giochi che possono essere avviati e chiusi celermente, senza dover prestare troppa attenzione alla trama o agli sviluppi della storia. Ne è un esempio il già citato Candy Crush, ma più in generale i puzzle game pensati per il mondo mobile, che in 10 anni celebrano la cifra record di 42 miliardi di dollari di ricavi: oltre al titolo appena citato, seguono a ruota Gardenscapes e Homescapes. Un trend che fa da traino anche alla riscoperta di altri titoli cronologicamente molto più datati come Tetris, ovviamente nelle sue versioni più recenti.

Un aspetto che merita di essere indagato è il costo, per lo più irrisorio, quando e se presente. Molto spesso, infatti, accade che il download dell’applicazione si presenta come di per sé gratuito ma vi siano al suo interno alcuni pagamenti facoltativi, ad esempio per potenziare il proprio personaggio. Pur trattandosi all’apparenza di micro transazioni, questo mercato è arrivato a fruttare miliardi di dollari attirando l’interesse di tutte le big tech del mondo dell’intrattenimento, sempre più frequentemente impegnate in acquisizioni delle aziende produttrici di giochi di questo tipo. A fronte di rendite di questo tipo, tuttavia, va anche specificato come questo mercato sia il più difficile, sia in termini di sostenibilità sia in termini di competitività. Aspetti che però non frenano l’interesse delle aziende, ma a guardare le analisi di mercato è presto intuibile la ragione: secondo le analisi di Newzoo (tra le più importanti piattaforme che si occupano del mondo del gaming e degli eSports), solo il mercato del mobile è valso 92,2 miliardi di dollari nel 2022 (su scala mondiale).

Da questo trend non si sottrae il caso italiano, dove poco meno del 70% di chi gioca abitualmente ai videogiochi lo fa attraverso la rete mobile. Numeri del genere di fatto obbligano a mantenere alta l’attenzione verso un settore come questo, seppur competitivo e dagli alti costi di mantenimento. La ragione per cui si è arrivati ad un boom del genere potrebbe però non essere così incomprensibile. Circa una persona su due nel mondo è in possesso di uno smartphone, vale a dire 4,3 miliardi secondo il report condotto da GSMA (intitolato State of mobile internet connectivity). Resta però evidente il divario digitale tra alcune zone del mondo ed altre, un fatto che non è più trascurabile dal momento è stato riconosciuto da più parti come un diritto. Va però specificato che si tratta di un diritto all’accesso a internet, non va in alcun modo a regolarne le sue funzionalità.

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