Secondo un nuovo studio, gli alieni potrebbero utilizzare le Stelle come mezzo di trasporto per esplorare la galassia!
Gli Alieni potrebbero spostarsi grazie alle stelle
Una civiltà aliena molto avanzata, probabilmente spinta dalla voglia di conoscenza e curiosità potrebbe usare il suo sistema stellare binario per muoversi nella galassia. Questo secondo un recente articolo del ricercatore filosofo dell’Università Vrije di Bruxelles.
Pensare a dei mezzi interstellari come ci mostrano la stragrande degli scenari ipotetici e di fantascienza, a causa della distanza fra le stelle, sarebbe molto difficile ed il viaggio risulterebbe lunghissimo. Per risolvere il problema, la civiltà aliena potrebbe optare per l’alternativa “pigra” ma al tempo stesso, valida: portare con se tutto il sistema, senza mai abbandonarlo.
Ma cosa permetterebbe di accelerare la stella e riuscire a mantenersi agganciati ad essa mentre viaggiano?
Con l’irradiazione o l’evaporazione della stella in un punto preciso. Ciò comporterebbe un vero e proprio trasloco della stella con tutti i suoi pianeti in un altra zona del cosmo.
fonte: https://www.livescience.com/space/extraterrestrial-life/the-fastest-moving-stars-in-the-galaxy-may-be-piloted-by-intelligent-aliens-new-paper-suggests
Le stelle iperveloci
Le stelle “iperveloci” sono, appunto delle stelle che possiedono una velocità spaventosamente elevata.
Gli astronomi hanno analizzato e studiato minuziosamente, per quanto possibile, queste stelle, per vedere se possano essere lanciate intenzionalmente da ipotetici alieni. Beh, inutile dire che i risultati non hanno mostrato nessun segnale di intervento apparentemente artificiale.
Vidal, ha chiarito che quasi tutte le stelle non sono “da sole” ma fanno parte di sistemi binari. Finora, lo studio si è concentrato solo sui sistemi singoli, quindi se la maggior parte delle stelle è in realtà parte di sistemi binari, allora potremmo aver ignorato metà delle possibilità di trovare esempi di questa accelerazione. Inoltre, c’è da pensare che i “soli gemelli” potrebbero essere persino più adatti al fine di questa ipotesi.
Lo studioso, infatti, ha utilizzato un modello di sistema binario composto da una stella di neutroni e una stella a bassa massa che orbita molto vicino alla prima per dimostrare come questo tipo di sistema offre la maggiore flessibilità per essere “pilotato” e spinto.
Come ci riuscirebbero, gli Alieni, a muovere una stella?
L’ipotetica civiltà aliena, in qualche modo avrebbe capito come espellere “materiale” dal più grande dei propri Soli e in modo asimettrico. Ciò potrebbe avvenire avvenire attraverso campi magnetici asimmetrici o dispositivi che riscaldano alcune parti della superficie stellare più di altre.
Quindi, per muoverla, bisognerebbe far si che l’astro getti fuori materiale da un solo lato (o maggiormente da un preciso punto). Ciò creerebbe una spinta che porterebbe il sistema nella direzione opposta all’espulsione, dice Vidal. Come una marmitta di un auto o un razzo.
In poche parole, se questi alieni, installassero marchingegno nei pressi di una stella di neutroni, si potrebbe posizionare in base alla direzione desiderata e, data l’energia sprigionata da una tale densità gravitazionale, al tempo stesso alimentarne la tecnologia.
Tutto ciò è possibile?
Potrebbe.
Alcuni sistemi nell’universo che possiedono queste caratteristiche esistono. La Pulsar “vedova nera” PSR J0610-2100 e la Pulsar “redback” PSR J2043+1711 mostrano delle accelerazioni molto accentuate. Molto improbabile che siano pilotate da civiltà avanzate, è ovvio, ma secondo Vidal vale la pena esaminarli, almeno fin quando riuscirebbero teoricamente a sopravvivere i cataclismi che ne deriverebbero (interagendo con altri corpi celesti).
Vidal propone un’ipotesi sicuramente affascinante sulle risorse che una civiltà potrebbe utilizzare per esplorare l’universo. Un modello teorico che si basa su fenomeni fisici plausibili e tuttavia che non è ancora stato sottoposto a revisione paritaria (peer-review), né pubblicato in una rivista scientifica. Questo significa che le sue idee non sono ancora state verificate o accettate ufficialmente dalla comunità scientifica.