Scienza

Alessandro Magno: venne sepolto vivo?

Alessandro Magno, conosciuto anche come Alessandro il Grande, e le nuove verità sulla sua morte

A chi lo ascoltò affermare queste parole in citazione, all’epoca, probabilmente sembrò solo un ragazzino intraprendente – e un po’ montato – che viveva all’ombra di un grande Re quale Filippo II; ma a leggerle oggi, scappa un sorriso pensando a cosa fece e cosa divenne quel giovane in una manciata di anni: il più grande conquistatore della storia della Grecia, Alessandro Magno e successivamente soprannominato Alessandro il Grande.

“Mio padre vuol fare tutto lui, e a noi altri non lascerà nulla d’importante da compiere!” Indro Montanelli in “Storia dei greci”, 1956.

Tutti noi, grazie ai nostri rispettivi professori di scuola o per via dei numerosi film o libri sull’argomento, conosciamo il mito e la leggenda intorno al grande condottiero e Re di Macedonia.

Chi era Alessandro Magno

Alessandro di Macedonia nacque a Pella il 20 (o 21) Luglio del 356 a.C. Trascorse la sua infanzia all’ombra di un padre ambizioso, a capo di un già vasto impero, con il quale i rapporti non erano di certo facili e gli scontri all’ordine del giorno per motivi ereditari. Sebbene però non tutti credessero nelle capacità del giovane principe, egli seppe presto dimostrare al suo popolo ed ai suoi nemici un valore, un coraggio ed un’astuzia fuori dal comune.

In soli dodici anni, infatti, diventò padrone dell’intero Impero Persiano, dall’Asia Minore all’Egitto fino agli attuali Pakistan, Afghanistan e India del Nord. Uno dei più grandi Imperi al mondo, grazie ad un insieme vincente di fortuna (la crisi dell’impero persiano e delle polis greche facilitò innegabilmente la loro conquista) e di innato spirito, strategia militare ed intelligenza (non di meno era alunno di Aristotele, uno dei più famosi filosofi e studiosi della storia).

Era amato dai suoi soldati, al fianco dei quali combatteva sul campo di battaglia in sella al suo inseparabile Bucefalo (che le fonti descrivono come un imponente cavallo nero con una particolare stella bianca sulla fronte, un occhio azzurro ed una macchia sul fianco a forma di toro), e temuto dai suoi nemici. Inoltre Alessandro si fece accompagnare durante tutta la sua campagna militare da storici e redattori e divulgò leggende sulla propria discendenza da eroi mitici quali Achille ed Eracle e perfino da vere divinità, dimostrandosi molto astuto non solo in campagna militare ma anche in “campagna pubblicitaria”.

Fu infatti il primo condottiero a non dedicarsi solamente all’aspetto più tecnico della guerra, ma a capire quanto fosse importante anche una validapropaganda” in un piano di conquiste su così ampia scala. Infine, diede avvio al cosiddetto periodo ellenistico, tentando per primo di amalgamare tutte le culture dei popoli che conquistava e diffondendo quella greca.

Morì giovane, a soli 34 anni, dopo essere diventato simbolo di immenso potere e grandezza, nel 323 a.C., a Babilonia, lontano dalla patria ed ancora intento a espandere il suo dominio verso orizzonti oltre i quali mai nessuno prima di lui si era spinto. Ed è proprio intorno alla sua morte che presero vita una innumerevole quantità di teorie susseguitesi per spiegarne le cause: dall’avvelenamento, alla malaria, alla cirrosi epatica per il troppo vino, fino ad una nuova ed a dir poco particolare tesi supportata dalla professoressa e ricercatrice Katherine Hall della “Dunedin School of Medicine” dell’Università di Otago, in Nuova Zelanda e pubblicata su “The Ancient History Bullettin”, che getterebbe ombra sugli ultimi giorni di vita del re.alessandro magno

Un decesso anomalo

Il suo studio parrebbe dare risposta ad un enorme interrogativo di cui si fa riferimento in molti antichi scritti, in cui si legge come dopo alcuni giorni dalla morte, precisamente sei, il corpo di Alessandro Magno non avesse ancora cominciato a decomporsi. Gli antichi giustificarono questo fatto con la conferma delle discendenze divine che il loro Re aveva sempre sostenuto.

Ma quindi Alessandro il Grande era davvero divino? Secondo la Hall, Alessandro Magno non era in realtà figlio di alcun dio, ma, più realisticamente (o quasi) fu sepolto vivo dal suo seguito di medici.
La ricercatrice afferma infatti che il condottiero sarebbe stato colpito dalla sindrome di Guillain-Barrè, un morbo neurodegenerativo che colpisce il sistema nervoso periferico (quello che mette in contatto il cervello col resto del corpo), portando ad una progressiva paralisi totale del corpo e degli organi.

Paralizzato prima negli arti, poi nell’uso della parola, nel sistema respiratorio, con una probabile mancanza di autoregolazione della temperatura corporea che ha portato ad una febbre alta e forse alla fissità delle pupille. Poiché all’epoca, l’unico metodo per stabilire la morte era ascoltare la respirazione, il suo respiro così debole e quasi impercettibile avrebbe causato la falsa diagnosi di morte.

Inoltre, come riportano diversi scritti, il condottiero macedone, sebbene la febbre e fortissimi dolori addominali, mantenne però la lucidità mentale fino alla fine e la Hall ha una spiegazione anche per questo, affermando come i malanni fossero semplicemente l’esplodere della sindrome di Guillain-Barrè che, essendo un’infezione causata dal batterio Campylobacter pylori, all’epoca molto comune, ha esattamente questi sintomi.

Il fatto che la mente di Alessandro Magno fosse perfettamente lucida invece viene spiegata dal fatto che, semplicemente, non fosse in punto di morte, anzi. Il decesso sarebbe sopraggiunto soltanto dopo sei giorni di “pseudothanatos“, o morte apparente.

Sicuramente una tesi sconvolgente e che pare abbia tutte le carte in regola per divenire quella più credibile dato che ha riportato alla luce un grande mistero della storia, dando nuove possibilità di sviluppo e piste da seguire. Forse non sapremo mai veramente quale fu la causa della morte di Alessandro il Grande, e la verità giacerà con lui per sempre nella tomba. Ma la leggenda intorno alla sua figura non morirà mai.[vc_message icon_fontawesome=”fa fa-comment” css_animation=”bounceIn”]Ti è piaciuto questo articolo? Facci sapere cosa ne pensi! Lascia un commento qui sotto o scopri ulteriori contenuti cliccando o navigando il nostro Menù. E se ciò non dovesse bastare, considera la possibilità di scrivere un articolo di risposta! Invialo a redazione@ilbosone.com seguendo le istruzioni riportate nella pagina Collabora.[/vc_message]

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