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Con o contro l’ambiente? Trump e il suo colpo di scena

Carissimi amici de il Bosone, tutti noi siamo molto legati al mondo che ci circonda e ai suoi bellissimi luoghi e paesaggi, anche perché ci abitiamo quindi non avrebbe senso distruggere, per esempio, la casa per la quale ci siamo fatti un mutuo quanto una montagna (giusto per rimanere in tema).

Ma non tutti ci tengono quanto pensiamo, di fatti nelle ultime settimane una notizia ha sconvolto interi paesi; parliamo dell’amatissimo presidente degli Stati Uniti, Trump, che come ben sapete non ha voluto aderire al progetto per salvaguardare l’ambiente e di conseguenza partecipare alla riduzione del buco dell’ozono.

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E’ un’iniziativa molto vecchia, parliamo infatti degli anni ’90, in cui molti paesi contribuisco all’attuazione di un progetto al fine di ridurre gli effetti distruttivi creati da noi stessi. Ci sono state riunioni, convocazioni e discussioni al riguardo che hanno portato alla creazioni di convenzioni, progetti e promesse… Tutte con un unico scopo. Di seguito verranno presentate e descritte alcune iniziative importantissime.

1: la “convenzione quadro del 1992” è un accordo tenutesi a Rio che è entrato in vigore il 21 marzo del 1994, il cui obiettivo era la stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra; tuttavia non poneva dei limiti e ci si basava sulla fiducia e consapevolezza delle conseguenze gravi che la CO2 avrebbe potuto portare se fosse aumentata. Tra gli obblighi vi erano quelle di attuare delle misure per la prevenzione del clima tramite azione politiche, la gestione della biomassa, foreste ed oceani e la salvaguardia degli ecosistemi. Inoltre i paesi industrializzati dovevano fare un resoconto delle misure adottate.

2: il “protocollo di Kyoto”non è vincolante ma esteso anche ai paesi con economie in transizione il cui obiettivo era la riduzione dell’8% dei gas serra rispetto al 1990. Questo protocollo fu sottoscritto nel 1997 da più di 160 paesi ed entrato in vigore nel febbraio del 2005.

3: L’ “Intergovernmental panel on climate change” o “IPCC” del 1998 composta dall’organizzazione meteorologica mondiale e il programma nazioni unite per l’ambiente,  con lo scopo di studiare il cambiamento climatico dovuto all’aumento dei gas serra a causa dei combustibili fossili e il riscaldamento globale. Tra i massimi esponenti che hanno avuto un ruolo cruciale abbiamo Robert Watson, un chimico britannico che ha lavorato su temi scientifici tra cui quelli sopra citati; la sua carriera è tra le più lunghe ed importanti e di fatti è stato presidente, co-presidente, direttore, nominato cavaliere per il servizio dato al governo, di diversi gruppi ed iniziative sull’impatto che hanno i gas serra sull’ambiente e attualmente dell’ “IPBES” (Piattaforma intergovernativa scienza-politica per la biodiversità dei servizi ecosistemici). Altro esponente è Rajendra Kumar Pachauri economista e scienziato di origini indiane che fu eletto presidente dell’ IPCC nel 2002 fino a 2 anni; fu membro di molte società e commissioni, inoltre ricevette durante la sua presidenza un premio Nobel per la pace. Possiamo anche dire che è un grande sostenitore delle energie pulite e rinnovabili in quanto ha concettualizzato e lanciato nel 2005 l’iniziativa di Illuminare un Miliardo di vite per portare l’energia elettrica nelle aree rurali dell’India ricorrendo all’energia solare, portando l’energia elettrica con i pannelli solari in località remote come il Sundarbans, il Bengala occidentale e il Deserto di Thar.

Non possiamo tralasciare la 25esima “conferenza di Marrakech” dove gli esponenti di 200 stati si sono recati in Marocco per la “CONVENZIONE QUADRO DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI” (UNFCC) dove appunto si discuteva l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi e il 55% ha votati SI incluso Miguel Arias Canete – commissario spagnolo europeo per l’azione per il clima e dell’energia proveniente dalle risorse rinnovabili -. Marrakech ha dato quindi il suo sostegno nella prevenzione del clima ribadendo uno degli aspetti del “piano di lavoro di Parigi” ovvero l’aiuto economico da parte dei paesi più industrializzati per quei paesi poveri e in via di sviluppo, ma soprattutto per quelli più soggetti agli effetti dei cambiamenti climatici; in più fa un appello a rafforzare e sostenere gli sforzi per combattere e ridurre la fame, la povertà e le sfide cui è soggetta l’agricoltura.

Come si può evincere da questi trattati, il problema che ci affligge ancora oggi era ben noto e preoccupante più di 20 anni e se ci si pensa un attimino siamo arrivati a tanto per via del boom dell’industrializzazione che, oltre a recare benefici come posti di lavoro, economia e semplificazione della vita, ha portato anche negatività quali riduzione di foreste, inquinamento e aumento del buco dell’ozono, il quale reca ULTERIORI disagi e preoccupazioni.

Ma ritornando alla notizia principale, il 28 marzo Donald Trump ha decretato e firmato il suo “NO” a partecipare come esponente degli USA agli accordi di Parigi sulla riduzione di CO2 e gas serra e non finisce qui; il presidente ha esposto dei provvedimenti che annullano quelli presi precedentemente dall’ex-presidente Obama, ovvero:

  • EPA (agenzia per la protezione dell’ambiente) di Trump dovrà eliminare il progetto Clean Power Plan proposto da Obama che sono una serie di leggi dove l’America avrebbe investito miliardi di dollari per passare dai mezzi che producono CO2 a quelli che forniscono energia pulita e quindi sfruttare le risorse rinnovabili quali eolica e solare;
  • Trump ha intenzione di “alleggerire” le regole di Obama sull’apertura di fabbriche che utilizzano il carbone le quali dovrebbero avere dei nuovi sistemi molto costosi che intrappolerebbero la CO2 nel sottosuolo;
  • tra le possibili idee nel nuovo presidente vi è quello di cancellare l’ordine esecutivo sulla riduzione di gas metano nell’atmosfera durante le estrazioni di petrolio e gas naturale;

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Tutto questo avrebbe senso pur non essendo d’accordo perché alcune fonti sostengono che Trump abbia promesso ai lavorati delle miniere di carbone di far aprire altre miniere che Obama aveva fatto chiudere per ridurre appunto gli effetti distruttivi di questo combustibile causando quindi della disoccupazione. Non a caso, tra i primi sostenitori a votare Trump, si pensa ci siano proprio loro.

L’accordo di Parigi prevedeva la collaborazione di 72 paesi a ridurre entro il 2025 l’anidride carbonica e i gas serra del 26% rispetto al 2015. Certo questo accordo non costringeva i paesi che hanno aderito a rispettarlo e il tutto era basato sulla comprensione di essi degli effetti che ha e potrebbe avere un ulteriore aumento di questa percentuale e fare delle stime sulle conseguenze che avrebbe sull’ambiente, ma ora che gli Stati Uniti potrebbero non rispettarle, non è che detto che anche gli altri paesi (e tra questi abbiamo la Cina e l’India che insieme agli USA sono quelli che producono più CO2 in assoluto) rispettino gli accordi. Si spera ovviamente che non sia cosi e non facciano come le pecore, che dove va una vanno tutte le altre (non per sminuire le povero pecore che sono animali intelligenti) perché in questo caso non sarebbe difficile immagine il futuro, ammesso di averne uno a questo punto…

E’ ancora tutto da vedere comunque e si spera che Trump si alzi con un minimo di buon senso sull’argomento xD, insomma i fatti parlano e viste le situazioni attuali su come si sta evolvendo il clima è ovvio che un cambiamento in negativo rispetto agli anni passati c’è e non è certo dovuto al caso ne tanto meno invenzioni da parte di scienziati e meteorologi.

Di seguito vi è un’immagine che da una ben chiara idea di cosa causa l’aumento dei gas serra e quindi del buco dell’ozono e l’aumento di temperatura.

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Qui si vedono gli effetti dei gas serra sul nostro pianeta e in particolare in Groenlandia; in rosso vi sono le aree interessante dal fenomeno di scioglimento dei ghiacci nei periodi indicati nella figura, parliamo quindi del 2012… In ben 5 anni si è avuta una rapidissima estensione di questo fenomeno con conseguenze disastrose da un punto di visto soprattutto ecologico.

 

 

 

Fonti:

Trump e il clima

Marrakech e il clima

Scioglimento dei ghiacci

Wikipedia

Focus

 

 

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