Cultura e Società

Selvaggio per davvero, ecco la storia di Victor: il Mowgli del mondo reale

L'affascinante e triste destino di un bambino strappato agli uomini

C’era una volta un bambino. Il bambino perde i genitori. Solo e lontano dalla civiltà viene salvato dagli animali della giungla che lo adottano, considerandolo come un membro del branco. Imparerà a vivere come loro, libero e selvaggio.

Storia familiare, vero? Ci è già stata raccontata da tanti libri e film, come Tarzan o Il libro Della Giungla. Bellissime storie capaci di farci rimpiangere la libertà e l’innocenza degli animali, la gioia di vivere lontani dalle regole e dalla cattiveria del mondo.
Ma se ci fosse un fondo di verità in queste storie? Se qualcuno fosse riuscito a vivere davvero nella giungla, lontano dagli uomini? Riuscireste davvero ad invidiarlo?
In realtà i “veri Mowgli” non sono poi così rari. Parliamo di uno dei casi più eclatanti:

IL RAGAZZO SELVAGGIO DELL’ AVEYRON

 

selvaggio victor

Siamo in Francia, all’inizio dell’800 e nel pieno dell’illuminismo, quando un ragazzino nudo e sporco viene trovato nei boschi dell’Aveyron.
Non ha nome, non sa parlare, non si riconosce allo specchio e agisce, pensa e cammina come un animale.
Psicologi e scienziati diagnosticano frettolosamente una demenza congenita, ma un uomo decide che la storia di quel ragazzino è un capitolo che non si chiuderà così in fretta.
È il medico e pedagogista Jean Itard, che accoglie il ragazzino nel suo istituto per sordomuti e, sia per scienza che per filantropia, gli si dedica per sei anni interi.
La prima cosa che Itard ha modo di accertare è che il suo piccolo paziente non è un demente.
Per tutta la vita Victor (così chiamato dal medico) ha vissuto con gli animali, per cui è ovvio che ne abbia assunto i comportamenti.
Non parla e non è civilizzato perché la parola e la civiltà sono cose che non ha mai conosciuto. Come si fa ad imparare qualcosa che non si conosce?
La notizia esplode e si diffonde in tutta la Francia. Victor, Il ragazzo selvaggio a cui nessuno aveva dato peso ora è sulla bocca di tutti. La storia è pane per la stampa e leggenda per l’Europa.
Che storia! Che meraviglia deve essere conoscere ed educare un vero Tarzan, trasformare il selvaggio in un uomo vero!
Ma la leggenda è spesso lontana dalla realtà.

selvaggio victor

VICTOR, L’OBLIO DI UN SELVAGGIO

Più capisco cos’è un uomo, più voglio essere un selvaggio – Il libro della giungla

Sfatiamo questo mito:
Animale non vuol dire buono.
Selvaggio non è innocente.
Victor era innocente e libero come solo un animale selvaggio può essere, ma questo è davvero invidiabile? Essere un animale è meglio che essere uomo? Forse no.
La libertà e la pace degli animali è una pace istintiva ed essere quello che sei perché non conosci altro non è libertà.
Ci sono tanti uomini cattivi che ci fanno apprezzare le bestie, ma quei pochi buoni che sono rimasti sono tali perché lo hanno scelto. Non perché è nella loro natura. Non perché non conoscono altro.
Victor era quello che era perché, come un animale, non aveva avuto altra scelta. E questa non è libertà.

selvaggio victor

I PROGRESSI

Itard cercò in tutti i modi di dare un’identità al selvaggio, di educarlo e di trasformarlo in uomo.

selvaggio victor

I suoi principali obiettivi erano:
1. inserirlo nella vita sociale,
2. risvegliarne la sensibilità nervosa,
3. aumentare i suoi rapporti con gli esseri circostanti,
4. farlo parlare.
Ma ebbe ben poco successo.
Victor con gli anni imparò a vestirsi da solo, a spiccicare qualche parola e a fare qualche faccenda domestica, ma non divenne mai un vero uomo, non trovò la sua Jane. Ma perché? Facciamo rispondere dallo stesso Itard:
“Questa forza imitativa, destinata all’educazione degli organi, e soprattutto all’educazione della parola, molto potente e molto attiva nei primi anni di vita, s’indebolisce rapidamente col progredire dell’età.”
Seppur uomo nel corpo, Victor non fu mai uomo nell’anima. Morì a 40 anni e non uscì mai del tutto dall’oblio in cui, poverino, era nato. È una storia affascinante, vero? Ma anche tanto triste.

LO SCIENZIATO E L’UOMO

Che dire dell’uomo complice della leggenda? Senza Jean Itard, Victor non avrebbe avuto nessuna possibilità di migliorare o di essere ricordato.
Il selvaggio allo scienziato deve la vita, ma cosa deve lo scienziato al selvaggio?
Sembra quasi superfluo dire che Itard rimase davvero segnato dagli anni passati con Victor.
Gli dedicò due opere in cui troviamo i test, i progressi e le analisi di Victor che lo hanno consacrato come uno dei medici più ricercati di Parigi.
Lo scienziato fu ricompensato con una florida carriera e all’uomo restò il ricordo di aver vissuto qualcosa di straordinario, insieme a una gran bella storia da raccontare.
A proposito di storie, a Victor è dedicato il film Il ragazzo selvaggio.

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