Scienza

Cyborg tra di noi: il transumanesimo ci salverà?

“Dopo essere stati abituati dai film di fantascienza ad immaginare futuri in cui uomo e macchina si sarebbero fusi, ci troviamo adesso in un momento in cui la realtà sta superando la fantasia. La fantascienza che diventa scienza……”

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Tom Cruise in “Edge of Towmorrow”, il film ispirato al manga “All you need is kill”, che indossa l’esoscheletro creato per potenziare le capacità dei soldati.

Siamo nerd. Ognuno di noi, guardando Star Wars o Terminator, Robocop o Ghost in the Shell, si è chiesto quanto figo potesse essere diventare in parte una macchina.

Essere un soldato “potenziato”, un robot-poliziotto, poter sostituire un braccio mancante con una protesi di ultima generazione o delle gambe malfunzionanti con qualcosa che ricordasse un esoscheletro, in pieno stile “All you need is kill“.

Ma alla fine, un pò come per l’hooverboard di Marty McFly, ci sembrava impossibile potesse arrivare il momento. In questo caso, quello in cui avremmo potuto davvero scegliere di sostituire una parte del nostro corpo con qualcosa di bionico.

Invece quel momento è arrivato: la fantascienza che diventa scienza.

Così, ci sono persone tra di noi che, aderendo a volte del tutto involontariamente a quello che viene chiamato “transumanesimo“, possono essere definiti in tutto e per tutto dei Cyborg, degli esseri umani che hanno sostituito, ampliato e migliorato le proprie capacità fisiche e sensoriali attraverso l’innesto nel loro corpo di chip, protesi biomediche di ultima generazione o dispositivi biotecnologici.

Andiamo per ordine. Innanzitutto, cos’è il transumanesimo?

Julian Huxley nel 1964.
Julian Huxley nel 1964.

Questo termine è stato coniato all’inizio del ‘900 da Julian Huxley, biologo, genetista e scrittore britannico, fratello dell’Aldous che scriveva:

“Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore, per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici”.

In maniera sintetica, diremmo che i vari movimenti transumanisti sono concordi nel definire prossima l’estinzione della specie umana.

Guardando al passato, non potrebbe essere diversamente.

L’unico modo che abbiamo per sopravvivere è evolverci, altrimenti finiremmo per fare la fine dei nostri progenitori neandhertaliani. Ma come fare? Un’evoluzione mirata della specie in maniera naturale non è possibile, dunque, l’unico modo per la razza umana di sopravvivere, sarebbe quella di perfezionarsi, fondendonsi con la macchina. Ampliando i nostri sensi ed aumentando le nostre capacità fisiche, potremmo adattarci ad un mondo che cambia in maniera drastica ed inesorabile e sopravvivere.

Questo è il principio generale del transumanesimo.

Nel manifesto dell’AIT, l’Associazione Italiana Transumanisti, divisione della internazionale “Humanity Plus” (abbreviato in H+), leggiamo nella loro “mission”, che i loro tre obiettivi principali sono:

1) lotta per il possesso delle conoscenze e della tecnologia (che in questo momento sono ad appannaggio di un ristretto numero di persone sulla terra. Basti pensare a quanti possono permettersi delle protesi come quelle del video di apertura o di avere libero accesso a laboratori che sviluppino nanotecnologia o altro tipo di tecnologia avanzata);

2) lotta per la laicità delle istituzioni e della cultura (poichè il transumanesimo, per H+, non è una religione ed anzi, ritiene che la religione allontani l’uomo dalla sua evoluzione transumana, creando “inutili” ostacoli di natura etica, ad esempio su questioni come eutanasia, aborto e clonazione. Ovvero sul concetto di cosa sia “vita”, visto che per gli H+, anche una macchina senziente, cioè capace di acquisire in autonomia informazioni ed elaborarle, imparando dai propri errori, deve considerarsi un “essere vivo”, dunque capace di decidere per se stesso);

3) lotta per l’affermazione di una concezione scientifica del mondo (dove tutto ciò che non è spiegabile in termini scientifici, semplicemente non esiste. Concetti come “anima”, “aldilà” o “paranormale” sono frutto della mente umana, non esistono realmente. In un prossimo futuro, un uomo potrebbe decidere di scaricare tutta la sua conoscenza in un dispositivo digitale, abbandonando il suo corpo umano, ma continuando a “vivere” e “crescere” all’interno del dispositivo, acquisendo nuovi dati dalla rete e condividendo i proprii).

(dove “lotta” è ovviamente intesa come non come scontro fisico, ma intellettuale).

Ma è così per tutti i movimenti transumanisti?

Per quanto riguarda il punto uno, sembra di si.

Tutti sono d’accordo nell’affermare che ad oggi, gli Stati e le organizzazioni governative, nazionali o internazionali, siano restie nel lasciare che tutta la popolazione abbia accesso alla conoscenza ed alla tecnologia, spesso adducendo motivi di sicurezza territoriale.

Per questo motivo sono sorti, un pò ovunque nel mondo, associazioni o movimenti chiamati di “Bio-hackering” e siti e aziende che promuovono e vendono la qualunque possa servire a farlo.

Ma cos’è il biohackering? Chi è un biohacker?

Un biohacker è una persona, spesso hacker professionista ma non sempre, che decide, usando tutte le conoscenze e la tecnologia a sua disposizione, di modificare il suo corpo, di diventare un cyborg o qualcosa che gli si avvicini il più possibile.

Amal Graafstra, titolare del sito "Dangerous Things".
Amal Graafstra, titolare del sito “Dangerous Things”.

I casi più famosi sono sicuramente quelli di Amal Graafstra e del suo sito “Dangerous Things” (Cose Pericolose). Amal si è auto-impiantato dei chip RFDI nelle mani, gli stessi che vende on-line, ed è finito sotto le luci della ribalta quando, tramite Indiegogo, ha lanciato una campagna di crowfunding per progettare e realizzare un dispositivo di biohakering capace di trasmettere a corto raggio. La campagna ha raccolto oltre 8.000,00 dollari ed il progetto sembra sia già pronto per la linea di produzione.

Tim Cannon con i suoi della Grindhouse.
Tim Cannon con i suoi della Grindhouse.

Altro caso è quello di Tim Cannon e della sua “Grindhouse Wetware“, un’azienda formata da hacker professionisti che, come dice il nome, hanno per passione i “Grind“, cioè tutto ciò che è possibile innestare in un corpo umano. Ecco perchè spesso, affianco a transumanesimo, troviamo la parola “teoria del Grind”, erroreamente tradotta dall’inglese come teoria di Grinder, ma che non ha nulla a che fare con il creatore della PNL (programmazione neuro-linguistica).

Il primo prototipo di Circadia 1.0 inserito nel braccio di Tim Cannon.
Il primo prototipo di Circadia 1.0 inserito nel braccio di Tim Cannon.

Cannon, insieme ai suoi della Grindhouse, ha creato e si impiantato, aiutato dal suo vice, il primo dispositivo “Circadia 1.0“, un “aggeggio”, verrebbe da dire guardando le dimensioni, ricaricabile senza fili, che tramite una connessione bluetooth ad un dispositivo mobile android può trasmettere i dati biometrici del portatore (battito cardiaco, pressione sanguigna, temperatura corporea, ecc…). Ovviamente, il Circadia non ha alcuna licenza ministeriale, dunque non è venduto come dispositivo medico, ma era (è?) disponibile al pubblico al prezzo di 500,00 dollari.

Dispositivi Northstar v.1 inseriti sotto la pelle del dorso della mano.
Dispositivi Northstar v.1 inseriti sotto la pelle del dorso della mano.

Recentemente, hanno presentato alla Fiera tecnologica di Colonia, in Germania, un nuovo prodotto: Northstar v.1. Molto più piccolo del precedente, ma attulamente venduto solo come “tatuaggio Led”. Sembrerebbe che via prevista una versione capace di rilevare, oltre ai dati biometrici, anche i valori di zucchero nel sangue.

Ma perchè il biohackering?

Un biohacker fa quello che fa per due motivi: il primo, è una “ribellione” contro chi cerca di tenere lontana la tecnologia dalle persone. Visto che per sopravvivere siamo destinati a diventare in parte macchine, per i biohacker questo significa voler manipolare, “possedere”, la capacità di sopravvivenza della nostra specie. Dietro a questo c’è anche un messaggio, un modo di dire: “Ecco! Noi ci siamo riusciti con niente. Immaginate cosa potremmo fare se l’Organizzazione X ci desse accesso alla sua tecnologia“.

Il secondo è, ovviamente, un metodo di auto-finanziamento, per poter sviluppare in autonomia quello che altrimenti rimarrebbe appannaggio di pochi e metterlo a disposizione di tutti.

Veniamo al punto due della mission transumanista: lotta per la laicità delle istituzioni e della cultura.

(CONTINUA…….)

Moryan La Nana

Nata, cresciuta ed abbondantemente pasciuta in quel di Cosenza, inseguendo creature fantastiche lascia spesso la valle del Crati, per perdersi nei meandri di immaginarie foreste nel mondo del fantasy, di cui scrive. Nana e guerriera, sempre armata del suo fedele martello, di penna e calamaio. Di lei stessa dice: Io esisto. Ed è un lavoraccio essere me!
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