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Metal Gear Survive: qualche impressione sul primo trailer

Se c’è stata una notizia che ha sconvolto in molti – me compreso – è stata quella dell’allontanamento di Hideo Kojima dalla Konami, dopo le polemiche aziendali seguite all’uscita di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain.

D’altra parte, la decisione della compagnia di proseguire la saga senza la guida del suo geniale creatore ha destato non pochi dubbi da una parte e non poche aspettative dall’altra. Abbiamo già avuto casi di giochi della saga non scritti direttamente da Kojima che hanno comunque avuto un ottimo riscontro sui giocatori (Metal Gear Ac!d e Metal Gear Ac!d2 per PSP) e che anzi si sono rivelati momenti importantissimi per la trama (MGS: Portable Ops, sempre per PSP); c’è però da dire che si trattava sempre di progetti in seno alla Kojima Productions, quindi sempre supervisionati da Kojima e scritti da persone da lui appoggiate.

Tempo dopo si iniziò a parlare della decisione della Konami di cercare nuovi scrittori per un fantomatico Metal Gear Solid 6.

Ora, il sipario si apre. Durante l’attuale Gamescom è stato infatti presentato il trailer di Metal Gear Survive.
Hype a 2000 e più e tutti pronti con lo spumante.

Ma qualcosa non è andato come doveva.

Iniziamo con il dire che il gioco torna qui al suo “titolo originario”, Metal Gear, come i primissimi capitoli su MSX, lasciando da parte il “Solid”; questo era già successo, come per i già citati Ac!d e per Metal Gear Rising.

Il trailer, da parte sua, cerca di fare chiarezza sulla collocazione. I primi secondi infatti riprendono palesemente avvenimenti già visti nel dopo Metal Gear Solid V: Ground Zeroes, con la distruzione della Mother Base e la fuga di Big Boss e Miller in elicottero.
Quello che a noi interessa avviene ora.

Ci viene infatti mostrato uno dei sopravvissuti all’attacco, che guarda inerme l’elicottero allontanarsi, condannato sembra a morte certa.
Tutt’ad un tratto una serie di giganteschi “wormhole” (forse così potremmo definirli), si spalancano nelle nubi sovrastanti la base, aspirando tutto quanto resta della stessa, catapultando i restanti sopravvissuti (quattro, per ora) in una zona desertica ed inospitale, mettendoli alle prese con un’orda di esseri che potrebbero forse essere chiamati zombi – ma che, almeno per ora, tali non sono.

È innegabile che tutto questo abbia fatto storcere il naso a non poche persone.

Big Boss death
Cattiva Konami, hai fatto piangere Snake.

D’altra parte sarebbe ingiusto giudicare subito il prodotto senza averlo provato, quindi ci limiteremo a parlare delle poche cose che abbiamo.

La presenza nel trailer di alcuni richiami alla cronologia degli avvenimenti ci fa pensare ad una ambientazione nel lasso di tempo che va da Ground Zeroes a The Phantom Pain, definendo così un gioco a metà tra lo spin-off, per la sua natura e il canonico, per la sua collocazione – nonostante la Konami abbia comunque dichiarato di aver iniziato ora una timeline alternativa.

Ancora, sono state fatte diverse speculazioni sul luogo dell’azione. Siamo davvero sicuri che si tratti di una “domensione parallela” come definito da alcuni sulla rete? Basta un solo elemento a farci dubitare di questo: il Metal Gear.
Nonostante non venga mostrato, il ruggito metallico alla fine del trailer e le facce dei protagonisti che guardano verso l’alto, come a guardare un qualcosa di maestoso che si staglia davanti a loro, ci fanno pensare che il robottone abbia già fatto la sua comparsa.
La presenza di tale “personaggio” ci rende allora molto difficile pensare ad un’altra dimensione, quanto invece ad un semplice cambio di scenario.

Nonostante Hideo non sia più alla guida del progetto, l’umile redattore di questo articolo è propenso a credere che ci sia un tentativo di “Kojimata” in atto.

È infatti importante dare uno sguardo anche ai nemici che ci vengono presentati.
Il loro comportamento è palesemente quello di zombi, ma la presenza di quello strano minerale conficcato nella parte superiore della testa fa pensare a qualcosa di diverso; potremmo forse trovarci davanti a qualche esperimento andato male? Qualcuno li ha creati? Perché?

E poi, ancora, il Metal Gear.
Ogni volta, il Metal Gear ha sempre avuto importanza nella trama, seppur alternata – nei primi giochi la sua presenza era fondamentale in quanto scopo della missione, che ricalcava le atmosfere da film d’azione anni ’80. Con la saga Solid, il suo ruolo si è ridimensionato a dispetto della trama sempre più fantascientifica e fantapolitica, restando comunque di importanza capitale (in MGS: Peace Walker, ad esempio, prende il ruolo di Boss finale, mentre molto spesso tale ruolo era stato affidato al personaggio chiave di turno).
La sua presenza ci fa dunque chiedere per quale motivo esso sia stato creato e da chi sia comandato.

Per chiudere, nel trailer viene mostrata una struttura che i protagonisti trovano, in cui si potrebbe forse rivedere una parte della Mother Base…

Intanto, la Konami si allarga ulteriormente; come diversi siti riportano, pare che i protagonisti si troveranno davanti alle restanti forze di una potente forza militare ormai in declino.

Un timeskip.
Una potente forza militare.
In declino.
Nel deserto.
Con un Metal Gear.

metal gear 2 solid snake

Ok, sto esagerando.

Tommaso Mellace

Cresciuto sin dalla tenera età a pane e videogiochi, passa i primi anni della sua vita eliminando astronavi su XataX e sparando raggi laser contro lumache aliene in Commander Keen 4, fino ad entrare in contatto con il variopinto mondo Pokémon, di cui è schiavo tutt’oggi. Grazie ad MTV conosce il mondo giapponese, bombardando il suo cervello di dodicenne con anime quali Trigun e Neon Genesis Evangelion, i cui effetti si riveleranno devastanti. La presa di coscienza dell’esistenza del fumetto americano sarà il colpo finale per la sua vita, che spazia oggi tra una missione di Metal Gear ed un numero di Batman. Appassionato anche di musica, passa il resto della giornata a suonare la sua chitarra elettrica, passando da un riff dei Megadeth al main theme di Legend Of Zelda. Dovendo prendere come punto di riferimento i dati immagazzinati nella sua testa, è autore di diverse trame per altrettanti diversi progetti. Il problema principale è la sua totale pigriza, che lo porta a non scrivere mai nulla di quello che immagina, con conseguente perdita totale di ogni buona idea. Si spera che adesso possa cambiare qualcosa.
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