Cultura e Società

Storm Thorgerson: the dark side of the… cow

Storm ThorgersonStorm Thorgerson Wish You Were Here, un nome sconosciuto ai più.

Storm Thorgerson era il grafico e fotografo britannico autore della maggior parte delle copertine dei dischi in vinile dei Pink Floyd, ma non solo, ha curato e realizzato, infatti, anche quelle di molte altre grandi band (Led Zeppelin, Black Sabbath, Scorpions…).

Storm Thorgerson è il miglior album designer al mondo” – questo scriveva di lui Douglas Adams, compianto autore della “Guida galattica per autostoppisti”, nell’introduzione  a una raccolta dei suoi lavori  più famosi – “Guardate le prove. Intendo: date un’occhiata alla vostra collezione di LP…”

Storm Thorgerson , che è stato un grande amico di Syd Barrett, Roger Waters e Storm Thorgerson Cranberries Bury the Hatchet 1999David Gilmour, secondo molti è stato anche il sesto membro dei Pink Floyd, quello silenzioso, quello che non ha mai suonato nessuno strumento, ma il cui ruolo nell’ideare e diffondere l’immagine della band nel cuore e negli occhi dei fans è stato essenziale.

Il primo vero lavoro importante della sua carriera fu proprio la copertina di un disco dei Pink Floyd: “A saucerful of secrets”, il secondo album del gruppo. Visto il più che ottimo risultato i Floyd gli affidarono, in seguito, molte delle copertine dei dischi che seguirono: “Ummagumma”, “Atom heart mother”, “The dark side of the moon”, “Wish you were here”, le più famose  e riuscite.

A proposito del suo modo di lavorare, Storm Thorgerson, diceva:

“prima ascolto la musica, poi leggo i testi e parlo con i musicisti il più possibile. Mi vedo come un traduttore, un interprete che traduce un evento uditivo, la musica, in uno visuale , come appunto la copertina”.

Storm Thorgerson: the dark side of the… cowLa mia cover preferita, da sempre, forse perché legata al disco, che ho continuato a ricomprare ogni qualvolta ne “esaurivo fisicamente” la copia in mio possesso, è sicuramente quella di “Atom Heart Mother”, uscito nel lontano 1970.

È una copertina impossibile da confondere: è, infatti, per tutti, “quella con la mucca”.

Solo recentemente, il tutto grazie a una mostra, ne ho scoperto la storia, che è molto suggestiva:

I Pink Floyd per il loro concept-album della svolta, un disco in seguito rinnegato e vilipeso, a più riprese,  dai componenti del gruppo, volevano qualcosa che non li legasse più allo “space rock” dei primi lavori, Storm Thorgerson decise di fotografare allora alcuni esemplari bovini e sottopose le foto (e le mucche…) al gruppo:

L’idea piacque! Eccome! Risultò vincitrice una frisona di nome Lulubelle III (peraltroStorm Thorgerson Peter Gabriel 1978 appartenente a un certo Arthur Chalke che, nonostante innumerevoli tentativi, non guadagnerà uno scellino dalla notorietà della sua mucca) che è, da allora, legata a quel fortunato album, uno dei primi pubblicati da una major discografica a non riportare il nome del gruppo in copertina. Un vero e proprio salto concettuale.

Lo stesso Storm Thorgerson, dirà, a proposito della stessa copertina:

“faceva una gran figura, in mezzo alle altre dell’epoca che cercavano di attirare l’attenzione in modo provocatorio. La mucca attirava lo sguardo invece più di quanto potessi sperare: era diversa perché così normale. Ho voluto disegnare una non-cover, qualcosa che è fosse originale e non assomigliasse a nessuna altra cover di rock band dell’epoca. Qualcosa che nessuno si potesse aspettare: non tanto scioccante quanto inaspettata. Quella mucca è stata, infatti, più accattivante di quanto avessi mai potuto immaginare: era così diversa, così ordinaria! E così vicina a casa. Era la mucca standard, come dovrebbe apparire ogni mucca su questa terra”.

Storm Thorgerson Led Zeppelin Houses of the holy 1973Quando Storm Thorgerson mostrò la copertina a un, evidentemente non lungimirante, funzionario della EMI, ricevette questa lapidaria risposta:

“Ma sei matto? Vuoi rovinare questa casa discografica?”

La storia ha dimostrato quanto si sa sbagliato.

 

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